MANTOVA – La terapia del plasma iperimmune entra nelle Rsa e nelle aziende di servizi alla persona grazie alla nuova sperimentazione frutto di un protocollo, che questa volta vede l’Asst di Mantova come capofila, sviluppato in collaborazione con il Policlinico San Matteo di Pavia.
Dunque grazie a questa nuova sperimentazione anche gli anziani malati di covid nelle Case di riposo mantovane, che ad oggi secondo la stessa Asst sarebbero ancora centinaia, potranno essere sottoposti alla plasmaterapia che ha dato risultatati molto importanti nella prima sperimentazione condotta dal Carlo Poma (azzerati a Mantova i casi di mortalità tra i pazienti inseriti nel protocollo).
120 il numero degli ospiti della Rsa inseriti nel protocollo che però potrà anche essere ampliato. Le strutture del Poma coinvolte sono quelle di Immunuematologia e Medicina trasfusionale, diretta dal primario Massimo Franchini che sarà principal investigator della sperimentazione, e quella di Pneumologia con il primario Giuseppe De Donno, che sarà co-investigator. E proprio Franchini e De Donno sono stati protagonisti della conferenza stampa in diretta Facebook durante la quale, insieme al direttore generale dell’Asst Mantova Raffaello Stradoni, al direttore dipartimento Fragilità Angela Bellani , alla biologa Claudia Glingani del Servizio Immunotrasfusionale, e al presidente e fondatore del Gruppo Mantova Salus Guerrino Nicchio, hanno presentato il nuovo protocollo.
Si parte già nelle prossime ore. “Saranno effettuate indagini cliniche, strumentali e di laboratorio sugli anziani – ha dichiarato Franchini – per capire se potranno essere sottoposti alla terapia. Quindi, nel caso di responso positivo, si procederà ad infondere loro il plasma iperimmune donato da pazienti covid convalescenti guariti. Gli anziani che saranno ritenuti idonei al trattamento saranno trasportati all’ospedale Carlo Poma in regime di day hospital, qui saranno sottoposti alla trasfusione, e poi torneranno presso le loro Rsa”.
Come spiegato da De Donno, saranno “selezionati pazienti con polmoniti ma con un quadro di insufficienza respiratoria non così grave come era per quelli del precedente protocollo. Sarà garantito un monitoraggio continuo della sicurezza e dell’efficacia del trattamento nella popolazione anziana coinvolta, attraverso controlli sul piano clinico e laboratoristico ogni 48 ore da parte degli specialisti del Carlo Poma”.
Il primario ha anche spiegato che la sperimentazione non si limiterà all’aspetto clinico ma “sarà previsto anche uno studio virologico, realizzato in collaborazione con la Struttura di Andrologia dell’ospedale di alta specializzazione Careggi di Firenze per indagare la patogenesi dell’infezione da Covid nella popolazione anziana”.
Sia De Donno che Franchini hanno sottolineato anche l’alto valore dal punto di vista etico della sperimentazione perchè “permette di salvaguardare la memoria storica del nostro Paese rappresentata dagli anziani”
Il protocollo, chiamato “rescue” (salvare – che in questo caso comunque è l’acronimo di Real time-Evolution of Safety and Efficacy of Convalescent plasma in Elderly covid 19-patients) è stato approvato dal Comitato Etico dell’Ats Val Padana.
La sperimentazione, che si spera possa coinvolgere il maggior numero di Rsa del territorio, partirà dal Green Park del Gruppo Mantova Salus che ha già dato la disponibilità. Il presidente Nicchio a tal proposito ha ribadito tutta la collaborazione e la disponibilità del suo staff sul fronte assistenziale, compreso il trasporto degli anziani all’ospedale e il loro rientro in Rsa.
E’ stato il direttore generale Stradoni a chiudere la conferenza stampa evidenziando che “una sperimentazione di questo tipo è possibile perchè siamo in Lombardia, siamo a Mantova, con un grande ospedale che si sta già distinguendo per i risultati importanti raggiunti”.
Stradoni, rivolgendosi infine a tutta la comunità, ha sottolineato che “da ieri siamo si più liberi ma l’emergenza non è finita, quindi è assolutamente necessario rispettare tutte le disposizioni, ad iniziare dal continuare a portare la mascherina”