MANTOVA – L’analisi di alcuni dati permette di scattare una fotografia sul lavoro di ASST Mantova fra il 2019 e i primi mesi del 2021. La pandemia ha inciso in modo significativo sull’andamento dell’azienda, ma non ha impedito di garantire i servizi principali e ha consentito di mantenere saldi alcuni fronti.
PAZIENTI DIMESSI
Il 2020, rispetto al 2019, ha visto un calo del 21 per cento delle dimissioni (26.429 contro 33.318), con un crollo a partire da marzo e il valore minimo a maggio (-43 per cento). Fra il febbraio e il marzo di quest’anno, invece, la curva è risalita. Questo andamento è stato una conseguenza dell’emergenza, che ha imposto una maggiore selezione dei pazienti da ricoverare, sulla base delle categorie prioritarie stabilite da Regione, compatibilmente con le esigenze legate all’epidemia.
DEGENZE COVID
Fra marzo e aprile 2020 i ricoveri Covid sono aumentati, per poi diminuire progressivamente e tornare a risalire a partire da settembre, raggiungendo il loro apice a dicembre dell’anno scorso: 457, contro i 437 di marzo (418 a marzo 2021), per un totale di 2.246 ricoveri nel corso dell’anno (1.021 nei primi tre mesi del 2021. Occorre sottolineare che i ricoveri per il virus impegnano notevolmente il personale e le strutture sanitarie, comportando la messa in campo di percorsi separati e cure complesse che sottraggono risorse e tempo da dedicare alle altre patologie.
DEGENZE NON COVID
Nelle aree medica e chirurgica (escludendo i subacuti) si sono registrate 33.014 degenze nel 2019 e 26.079 nel 2020 (-21 per cento). Il primo trimestre 2021 ha visto una diminuzione del 28 per cento delle stesse degenze (-2.170), rispetto al calo rilevato fra l’analogo trimestre 2020 e quello del 2021 (-8 per cento, corrispondente a un delta di 642 ricoveri. Anche in questo caso, l’andamento è da attribuire alla necessità di fare fronte alle ondate pandemiche che si sono verificate.
PRONTO SOCCORSO
L’attività della struttura è un forte indicatore della situazione contingente. Nel 2020 gli accessi si sono ridotti del 31 per cento rispetto all’anno precedente: 73.437 contro i 107.183 del 2019 con una diminuzione più consistente nei mesi di marzo e aprile (oltre 5.100 in meno). Nei primi quattro mesi di quest’anno gli accessi hanno ripreso a salire, anche se sono ancora nettamente inferiori rispetto al 2019 (5.918 ad aprile 2021, 3.812 ad aprile 2020, 8.996 ad aprile 2019). Questa dinamica è sintomo di un ricorso più appropriato al Pronto Soccorso, determinato dal timore del contagio: – 58 per cento i codici bianchi, -67 per cento gli abbandoni, -27 per cento i verdi. Gli accessi alla struttura da parte di pazienti Covid è stata abbastanza costante fra il marzo 2020 (1.310) e l’aprile 2021 (1.043), con un picco massimo a settembre dell’anno scorso (1.406). Questo dato evidenzia la capacità del territorio di intervenire e limitare l’ospedalizzazione, grazie alla diagnosi precoce e ai protocolli seguiti dai medici di medicina generale.
PRESTAZIONI AMBULATORIALI
L’attività ambulatoriale ha mostrato una buona tenuta, nonostante l’emergenza, registrando un calo del 16 per cento fra il 2019 e il 2020 (3.713.350 prestazioni nel 2019, 3.125.856 nel 2020) e addirittura un superamento dei numeri corrispondenti ai due anni precedenti a partire da febbraio 2021: 313.223 a febbraio (302.787 nel 2020, 309.588 nel 2019), 356.727 a marzo (153.733 nel 2020, 338.806 nel 2019).
PERSONALE DEDICATO ALLE VACCINAZIONI ANTI-COVID
L’impiego di risorse umane nell’attività vaccinale è stato molto consistente per un totale di 17.213 ore di lavoro nell’aprile 2021, 13.379 a cura dei dipendenti di ASST, 3.285 di altri professionisti e 550 dei volontari. Corre l’obbligo di ringraziare ancora una volta tutte le persone che si sono impegnate con abnegazione in questa e in tutte le attività collegate all’emergenza.