Le priorità da sottopporre al nuovo Governo secondo l’agenda Cisl

Il segretario generale della Cisl Asse del Po Dino Perboni

MAntova – “Si è riunito lo scorso 28 settembre l’Esecutivo della Cisl Asse del Po alla presenza del Segretario Generale Lombardia Ugo Duci. I lavori hanno ribadito la linea del sindacato: la Cisl, dopo le operazioni di voto del 25 settembre scorso, così come ha fatto con i precedenti Governo ( Conte 1, Conte 2 e quello istituzionale quale quello Draghi) porrà al confronto con il futuro Esecutivo i temi dell’Agenda Sociale Cisl. E come ha fatto con ogni Esecutivo, nato dall’approvazione della fiducia dal Parlamento della Repubblica Italiana, valuterà liberamente ed autonomamente i  provvedimenti e i dispositivi che verranno posti in essere”. A sottolinearlo è il segretario generale della Cisl Asse del Po Dino Perboni che prosegue: “Durante gli incontri della Cisl Regionale, in fase di campagna elettorale, con le varie forze politiche, si era portato alla loro attenzione una serie di questioni, che parimenti verranno poste al prossimo Governo quali: la questione salariale, alla luce anche degli aumenti delle spese che riguardano tutte le famiglie, “e per questo serve una politica dei redditi che tenga in equilibrio fra la richiesta di una aumento del potere d’acquisto di salari e pensioni, senza penalizzare gli investimenti delle aziende”. Sul fisco, “taglio al cuneo fiscale sui redditi e sulle pensioni; rimodulare l’Iva e, infine, l’evasione fiscale non può essere un moloc intoccabile; l’introduzione di una tassa di successione sui grandi patrimoni, facendo attenzione a garantirne la sostenibilità per gli eredi e la continuità nella digitalizzazione dei pagamenti e delle fatturazioni”. Per quanto attiene la tutela delle persone, visto che il tasso di occupazione resta al penultimo posto in Europa, in particolare dai bassi tassi di inclusione femminile e giovanile, “c’è la necessità di passare dalla sole tutele del posto di lavoro a quelle del mercato del lavoro; i cambiamenti nel mondo lavoro hanno bisogno di una formazione continua sia per essere al passo con i tempi e sia per far crescere professionalmente i lavoratori”. Sul fronte lavoro, “qualità vuol dire lavoro sicuro; serve il rafforzamento degli ispettori dell’Ats e Itl, aumentare il coordinamento tra livelli chiamati al controllo, maggior coinvolgimento delle Rls/Rlst nei posti di lavoro”. Per quanto riguarda le pensioni “serve la ripresa di un confronto politico serio perché dal 2023 si ritorna alla Fornero. Il confronto che deve ripartire da: pensione contributiva di garanzia per i giovani; sostegno all’adesione alla previdenza complementare; maggiore supporto ai lavoratori precoci, a chi svolge lavori gravosi e usuranti e Ape sociale permanente e allargata; possibilità di andare in pensione a partire da 62 anni e anche in presenza di 41 di contributi”.

“Le famiglie italiane non possono più aspettare la legge sulla non autosufficienza, “va celermente approvata la legge delega per la riforma dell’assistenza alle persone non autosufficienti”. La denatalità ogni anno raggiunge un nuovo minimo storico dall’Unità d’Italia, e invertire la tendenza si può con una serie di misure sinergiche e complementari, che aiutino le donne, le coppie e le famiglie, quali “migliorare i congedi parentali, innalzando a 14/16 anni l’età del figlio entro cui poter godere dei permessi e incrementare l’indennità a 100/80% almeno nel mese iniziale per ogni genitore. Inoltre, è necessario aumentare i posti disponibili negli asili nido”. Infine, “una pietra miliare a sostegno della genitorialità è costituita dall’istituzione dell’Assegno Unico e Universale che ha avuto un impatto positivo sulla popolazione interessata, allargando il campo oltreché ai lavoratori agli inoccupati”. Nelle politiche sociali, “il Reddito di Cittadinanza ha rappresentato, insieme al Reddito di Emergenza un argine alla diffusione della povertà aiutando milioni di persone in difficoltà. Ma ha mostrato inadeguatezza negli aspetti di politica attiva e di accompagnamento nelle transizioni lavorative. Non va smantellato ma migliorato”. Per la Cisl, “il fenomeno migratorio, strutturale ed irreversibile e va gestito con razionalità attraverso un vero Next Migration EU e con una condivisione di responsabilità tra gli Stati dell’Unione europea, a partire dalla rivisitazione del Trattato di Dublino. Posti questi obiettivi, vanno stabilite una serie di priorità: l’incremento dei numeri programmati d’ingresso sul prossimo decreto flussi; il superamento dei gravi ritardi nell’esame delle domande di regolarizzazione del 2020 e l’estensione dei percorsi di emersione a tutti quei settori con un’alta presenza di lavoratori immigrati; intensificare la lotta e le sanzioni al caporalato; riconoscimento di una cittadinanza piena ai bambini e alle bambine figli di migranti attraverso forme di Ius Scholae” dichiara il segretario Cisl.

“Infine, il futuro dell’Italia passa per gli investimenti e sostenibilità, “l’Italia è il secondo Paese manifatturiero d’Europa e per mantenere e sviluppare questa posizione è necessario affrontare le sfide derivanti dalle transizioni digitale e green, dandosi una strategia di medio periodo dentro ad una cornice europea. Ad oggi manca una visione di medio periodo, con il concreto rischio di un ulteriore calo della produttività, precondizione necessaria per contribuire alla crescita del Paese e di conseguenza poter redistribuire ricchezza”. Il Pnrr rappresenta una grande opportunità in tal senso, e “deve andare avanti e devono rispettare forti condizionalità sociali, vincolando l’erogazione delle risorse ad incrementi occupazionali specialmente per giovani e donne; ad interventi per la sicurezza sul lavoro; alla garanzia di un piano di giusta transizione sul fronte dell’innovazione sostenibile”.

“Ma oggi, in attesa dell’insediamento del nuovo governo, il pericolo, rappresentato all’aumento dei costi dell’energia per le famiglie e per le imprese è crescente: gli effetti sulla vita delle persone, sui pensionati, sui lavoratori dipendenti ed autonomi saranno nefasti. Altrettanto, il pericolo è sulla tenuta del sistema industriale e sulle diverse attività economiche: le imprese rischiano di essere costrette a chiudere i battenti e licenziare i lavoratori.Vanno tagliate le bollette.Le risorse vanno trovate nell’ulteriore innalzamento del prelievo sugli extra profitti delle aziende energetiche, che nell’ultimo anno sono arrivati a 40 miliardi di euro. Il contributo va reso esigibile ed esteso anche alle grandi multinazionali della logistica e dell’economia digitale. Si deve continuare a redistribuire le maggiori entrate tributarie determinate dall’inflazione e dalla crescita degli ultimi mesi. A questo va perseguito un pressing sulla Unione Europea perché si doti di strumenti necessari alle emergenze e alle sfide di questa delicatissima fase storica. Bisogna ritrovare la strada della solidarietà che portò al Recovery Fund e finalmente introdurre un price cap sul costo del gas, costruire un Energy Recovery Fund per ottenere sovranità energetica, transizioni industriali e tutela delle industrie, rifinanziare il fondo Sure e introdurre una global minimum tax rivolta alle multinazionali” 

Per quanto attiene i parlamentari mantovani, riteniamo importante e fondamentali, così come è avvenuto con la precedente legislatura, confrontarci con loro sui temi e le questioni del territorio, con l’obiettivo di sviluppare un lavoro sinergico e condiviso per portare le istanze territoriali a livello nazionale per lo sviluppo e la crescita sociale ed economica della Provincia di Mantova” conclude Perboni