L’importanza della corretta alfabetizzazione sanitaria dei pazienti

PEGOGNAGA – Nella sanità il corretto impiego delle risorse dipende anche dalla “alfabetizzazione sanitaria” dell’assistito. Il quale deve imparare ad orientarsi nell’approcciare la filiera sanitaria. Per assecondarne il percorso è fondamentale che i medici non si occupino solo della malattia, ma pongano al centro della ricerca anamnestica, diagnostica e curativa il paziente nel suo essere persona. Devono perciò prestargli attento ascolto. Anche da ciò dipende un più razionale utilizzo delle risorse, che vanno sempre più decurtandosi in forza dell’invecchiamento della popolazione.
E’ questa la sintesi della lectio in videoconferenza che il prof. Valerio Vergadoro, docente d’economia aziendale e delle amministrazioni pubbliche dell’università di Padova, ha fatto agli uditori presenti in sala civica a Pegognaga all’incontro organizzato dall’associazione Civici Uniti sul tema “Dopo il Covid: la centralità della cura e l’importanza dell’alfabetizzazione sanitaria”. Premesso che la filiera sanitaria deve garantire l’erogazione di servizi, necessitano, oltre a medici e specialisti, anche altri 12.500 infermieri. Quanto ai distretti programmati dalla riprogettata riforma, secondo il docente vanno più ridimensionati in quanto a territorio di competenza ma resi più numerosi. Di notevole supporto per una maggiore efficacia dell’assistenza sono i sistemi telematici: telemedicina, teleconsulti, teleassistenza. A fronte, l’assistito deve disporre di una corretta alfabetizzazione sanitaria, onde essere in grado di muoversi nel percorso della filiera sanitaria, oggi più che mai urgente al cospetto dell’improvvida carenza della medicina del territorio. Altro problema: la cronicità delle patologie pesa enormemente sul sistema sanitario. «Il 70 per cento delle risorse – ha detto Vergadoro – serve per curare i cronici. Che nel totale dei malati sono il 20 per cento. Destinati ad aumentare». Elena Bianchera, presidente degli assistenti sanitari, ha messo in luce la frattura tra medici e assisti delineatasi con l’avvento dei social «Oggi il paziente s’informa sui social per giungere ad un’autodiagnosi e persino ad un’autoterapia, sottovalutandone gli enormi rischi». C’è insomma una percezione dell’autorevolezza del medico curante assai più ridimensionata rispetto al passato. Intuibile la colpa del decadimento del sistema. Eppure Tertulliano Lasagna, già primario fisiatra a Mirandola, ha dimostrato come in certe unità ospedaliere la centralità del paziente sia rigorosa. Ancora troppo poco. Ha moderato con brillanti competenza ed efficacia Giulia Ghidini. Soddisfatto il sindaco Matteo Zilocchi «Iniziativa che contribuisce enormemente a fare cultura cioè alfabetizzazione sanitaria».

Riccardo Lonardi