Lombardia in zona rossa, Confcommercio Mantova: “Un colpo distruttivo. Speranza ci ripensi”

Il Direttore generale Confcommercio Mantova, Nicola Dal Dosso

MANTOVA – Da domani la Lombardia e quindi anche la provincia di Mantova, sarà inserita nella zona rossa. Ancora troppo alto il rischio contagio. Questa la decisione da parte del Governo, che ha scatenato le polemiche nei palazzi della Regione, tra i vertici delle opposizioni, ma anche da parte della associazioni di categoria.

Questa mattina la replica da parte di Nicola Dal Dosso, direttore di Confcommercio Mantova: “Un provvedimento distruttivo che si abbatterà anche su tante attività commerciali che hanno già sopportato il lockdown di novembre e le chiusure di dicembre. E tra l’altro nel pieno della stagione dei saldi. E’ un disastro. Invitiamo il ministro Speranza ad un ripensamento sulla base di dati aggiornati e certi. Sarà una disfatta totale per tanti negozi di abbigliamento, di calzature, di casalinghi, di pelletterie e valigerie. Non si può finire in zona rossa da un giorno all’altro”.

“Dobbiamo renderci conto che a rischio c’è la tenuta di un sistema economico già al limite perché il tessuto commerciale delle nostre città è già fortemente compromesso da mesi di restrizioni della mobilità e di vero caos normativo, con il consumatore costretto a destreggiarsi tra regole e divieti che cambiano di giorno in giorno – commenta Carlo Massoletti, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia – Una stagione di vendite promozionali peraltro già fortemente penalizzata in partenza con un calo della spesa a famiglia stimata in almeno 70 euro rispetto allo scorso anno che però ora in Lombardia sarà definitivamente compromessa”.

L’inserimento della Regione in zona rossa andrà a chiudere nuovamente gli esercizi commerciali di abbigliamento e calzature impattando su 34mila imprese dell’intera filiera moda. Ancora una volta a tutto vantaggio del solo commercio online. “A questo punto  -conclude Massoletti . non c’è un comparto del terziario lombardo che non sia colpito dalle restrizioni; se non ci saranno subito altri risarcimenti veloci e sostanziali la tenuta del sistema è appesa ad un filo. Così come la vita di tanti centri storici e delle vie commerciali delle città”.

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