PEGOGNAGA – La sanità è affare politico o è interesse comunitario? Se d’interesse comunitario perché escludere la partecipazione diretta degli utenti dalla gestione? Si sono date risposte anche a queste domande nell’incontro incentrato sul futuro dell’ospedale di Suzzara, organizzato a Pegognaga dal circolo Pd. Molto numeroso il pubblico presente.
In videoconferenza ha anche partecipato Carlo Borghetti, capogruppo Pd in commissione sanità Regione Lombardia. Marco Carra, altro consigliere regionale, ha introdotto l’incontro, esprimendo «grande amarezza per il rifiuto dell’Amministrazione comunale di un Consiglio comunale aperto, per un franco confronto sul tema». Ha rimarcato «RiAttiviamo Pego è stato il primo in provincia a sollevare le crescenti problematiche della sanità. Bisogna rilanciare il presidio suzzarese non solo per tutelarlo, ma anche per potenziarlo». Sul rifiuto dell’amministrazione Zilocchi hanno battuto a più riprese anche le consigliere di RiAttiviamo Teresa Morbio e Viola Messori.
«L’ospedale non deve essere motivo di litigio, ma di convergenza» ha sottolineato la prima che ha lamentato il poco ascolto ai cittadini da parte dei vertici regionali. «Bertolaso ha garantito che l’ospedale continuerà a funzionare, ma solo verbalmente e non per iscritto. Sul milione e mezzo d’affitto previsto con la nuova gestione, Bertolaso ha detto che parte sarà investita sul territorio: è una promessa o un progetto? Si parla di soldi, ma non si parla di potenziamento dei servizi».
Messori ha reclamato «potere d’intervento da parte dei cittadini sulle tematiche sanitarie. L’ospedale di Suzzara deve ritornare a gestione pubblica».
Borghetti ha fatto un quadro preoccupante della sanità lombarda, in progressivo peggioramento dal 1997 a gestione Formigoni, per contInuare poi coi successivi assessori fino alla gestione Moratti. Sanità divenuta ospedalocentrica con drastico calo dei medici sul territorio. Negativo a suo parere il rapporto Pubblico-Privato. Non essendo state a quest’ultimo date regole precise, privilegia i settori che di maggior gettito economico. «Occorre – ha concluso – sburocratizzare il lavoro dei medici. Il servizio informatico sanitario lombardo fa acqua. I medici sono pagati meno che nelle altre Regioni. La cancellazione delle Asl ha peggiorato la situazione». Alberto Montani, GCIL-Pensionati, ha descritto la raccolta firme in atto a salvaguardia e potenziamento dell’ospedale di Suzzara.
Riccardo Lonardi
Applauso al vicesindaco che indica la fondazione Montecchi come garante il buon funzionamento dell’ospedale
PEGOGNAGA – All’incontro sull’ospedale di Suzzara, organizzato dal circolo Pd, non è mancata una sorpresa: nonostante il segretario del Pd e le due relatrici abbiamo stigmatizzato con decisione il rifiuto dell’Amministrazione-Zilocchi al Consiglio comunale aperto sull’ospedale, il pubblico assai numeroso ha tributato un lungo applauso al vicesindaco Antonio Lui. Il quale oltre a sottolineare la necessità che i sei sindaci del distretto si rechino in Regione per sollevare insieme il problema-ospedale, ha rimarcato «attenzione a parlare alla pancia delle persone. Pubblico-Privato è problema da affrontare in modo serio e non identitario. Il pubblico è in arretrato di 10-20 anni: troppe disfunzioni e aumento dei costi. Si traduce in cattivi servizi. Tenere aperto l’ospedale, ma con servizi potenziati». Ha giustificato il rifiuto del Consiglio aperto «vista la non disponibilità delle istituzioni ad essere presenti, come verificatosi a Suzzara e Gonzaga». Pronto Lui a supportare la richiesta collettiva dei sindaci per l’incontro poi avvenuto proprio a Pegognaga con i vertici di Regione e di Ast e Asst e la compartecipazione degli assessori di ciascun Comune. «L’efficacia dell’incontro – ha detto – era determinata dalla trasversalità politica delle sei Amministrazioni». Quanto a pubblico o privato del gestore «occorre definire con chiarezza i ruoli: il pubblico fissi strategia e impostazione del sistema; il privato prenda in carico la gestione dei servizi». Ha suggerito di «affidare alla Fondazione Ospedale Montecchi come ente terzo il ruolo di garante della corretta funzionalità definita nei relativi statuti dei singoli attori. Dovranno far parte della Fondazione i rappresentanti del territorio, i professionisti del mondo sanitario, quali garanti della corretta applicazione di strategie e qualità dei servizi». Molto applaudita anche la dottoressa Laura Faglioni che ha descritto le difficoltà con cui operano i medici sovraccaricati di burocrazia di competenza amministrativa. Ancora «Creare canali che permettano ai medici di base di comunicare con gli ospedali». Quanto al personale parasanitario ha detto «Parlate di strutture, mai delle persone che vi lavorano: non si fanno soldi a fare gli infermieri in ospedale». (r.l)