Mafie e Covid, allarme dal mondo economico mantovano. “Contrastare sul nascere i fenomeni collegati”

Mafie e Covid, allarme dal mondo economico mantovano.

MANTOVA – Secondo la relazione della scorsa settimana della Direzione investigativa antimafia (Dia), a causa del Covid, la tendenza delle organizzazioni criminali”ad infiltrare in modo capillare il tessuto economico e sociale ‘sano’ si è ulteriormente evidenziata”. E “i sodalizi mafiosi potrebbero utilizzare le ingenti risorse liquide illecitamente acquisite per ‘aiutare’ privati e aziende in difficoltà”, per “rilevare o asservire le imprese in crisi”.
L’argomento è stato ieri al centro di uno degli incontri della rassegna “Raccontiamoci le mafie” organizzata dal Comune di Gazoldo in collaborazione con Avviso Pubblico e tenutosi presso la sede dell’Università di Mantova.
L’incontro, rivolto in particolare alle categorie produttive, è stato organizzato in collaborazione con la Consulta per la Legalità e con l’Osservatorio sulla legalità. Ad intervenire anche il parlamentare del Pd Paolo Lattanzio, relatore della Relazione della commissione parlamentare antimafia su mafie e Covid con la quale ha ribadito come “le mafie si siano palesate ai nostri occhi come un player presente sin dal principio dell’emergenza pandemica sullo scacchiere nazionale, e quindi su quello europeo. È importante capire che sono in grado di colmare ogni forma di vuoto dello Stato, sfruttandone le debolezze e speculando sia che si tratti di aziende che di comunità umane in difficoltà”. Il deputato anche ieri ha sottolineato come “le organizzazioni criminali intervengano aggredendo i fondi stanziati tanto a livello statale che europeo, con l’obiettivo di acquisire, attraverso dei prestanome, le imprese in difficoltà nel più breve tempo possibile. Poi agiscono con il welfare mafioso offrendo il loro aiuto alle famiglie in difficoltà garantendosi così la loro sudditanza da usare poi in futuro”.
Dagli interventi durante l’incontro intanto quel che emerge è una Mantova non immune da fenomeni tipicamente collegati alle organizzazioni criminali, vedi nell’agricoltura. E’ stato Claudio Piva di Coldiretti a sottolineare come i problemi si chiamino innanzitutto “sfruttamento del lavoro, caporalato, furti di attrezzature”, fenomeni ” che hanno l’effetto non solo di danneggiare le aziende ma anche i marchi del territorio”.
Per Coldiretti l’impegno delle forze dell’ordine, come di Prefettura ed enti locali è fattivo e costante ma “serve un monitoraggio continuo del territorio e un controllo diretto nelle aziende. Bisogna contrastare sul nascere questi fenomeni” sottolinea Piva che spiega come “in Italia il volume d`affari complessivo annuale delle agromafie è salito a 24,5 miliardi di euro”.
Il pericolo di vulnerabilità delle imprese, soprattutto in quello che è stato il periodo più difficile della pandemia è stato confermato da diversi relatori ed è stata la dirigente della Camera di Commercio di Mantova Elena Spagna a spiegare come il “sistema camerale lombardo, in collaborazione con Libera, abbia rilanciato gli Sportelli RiEmergo, una rete di sostegno e di prevenzione sui territori al fianco di imprenditori, professionisti e cittadini nel contrasto ai fenomeni di usura, estorsione, racket, corruzione e contraffazione”. Poi aggiunge: “Nelle visure camerali compare una voce che è il rating di legalità, uno strumento che premia quelle aziende che rispettano la legge, che sono trasparenti e che operano secondo sani principi etici. E’ importante richiederlo, oggi a Mantova lo hanno fatto solo una novantina di imprese”.

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