MANTOVA – È stata condannata a due anni di reclusione Franca Altamura, 56 anni, ex direttrice della Casa di riposo di Revere (Borgo Mantovano), riconosciuta colpevole di non aver impedito i maltrattamenti subiti da alcuni ospiti della struttura tra il 2014 e il 2015. La sentenza è stata pronunciata oggi in primo grado dal tribunale di Mantova. La pena non è stata sospesa, anche in considerazione di altri procedimenti giudiziari in cui la donna, difesa dall’avvocata Annalisa Lui, risulta coinvolta.
Il giudice ha inoltre disposto un risarcimento di 5mila euro in favore della figlia di una delle pazienti, che si era costituita parte civile.
La Procura aveva chiesto per Altamura una condanna a tre anni di reclusione.I fatti risalgono al periodo compreso tra novembre 2014 e maggio 2015, quando una serie di segnalazioni da parte dei familiari degli ospiti aveva portato all’intervento dei carabinieri.
Secondo le indagini, supportate da intercettazioni ambientali e riprese video, diversi anziani – per lo più affetti da demenza senile o Alzheimer e oggi tutti deceduti – sarebbero stati vittime di violenze fisiche e verbali da parte di alcune operatrici sanitarie della struttura.
Le accuse parlano di percosse, strattoni, insulti: episodi che non solo sono stati denunciati da diversi familiari ma anche da alcuni operatori in servizio all’epoca.Tra gli episodi più scioccanti emersi durante il processo, quello che ha visto coinvolto un medico, che – chiamato per constatare il decesso di un’anziana – avrebbe deriso la paziente appena morta. Al centro del processo la posizione della direttrice, che – secondo la ricostruzione dell’accusa – era considerata la figura di riferimento della struttura, tanto per i pazienti e i loro familiari quanto per il personale. Nonostante le segnalazioni ricevute, non avrebbe mai adottato provvedimenti, omettendo di intervenire per fermare gli abusi.In aula, Altamura aveva respinto ogni addebito, sostenendo di essere stata all’oscuro di quanto accadeva, di non aver mai immaginato episodi di tale gravità e di aver ricoperto unicamente un ruolo amministrativo, senza alcuna responsabilità o competenza in ambito sanitario.