Mancato rinnovo del contratto collettivo autoferrotranvieri: il 18 luglio sciopero di 4 ore

Sono state proclamate da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna per il 18 luglio 4 ore di sciopero nazionale di tutte le lavoratrici e i lavoratori dipendenti delle imprese cui si applica il CCNL Autoferrotranvieri Internavigatori (Mobilità TPL).
La mobilitazione avviene in seguito ai due incontri avvenuti tra le Segreterie Nazionali delle organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali in data 12 e 20 giugno 2024 che si sono conclusi con esito negativo.
Durante l’effettuazione dello sciopero saranno garantite le prestazioni indispensabili
secondo le norme ed in piena applicazione dei regolamenti e degli accordi in materia.

I motivi della vertenza
Il CCNL Autoferrotranvieri Internavigatori (Mobilità TPL) scaduto in data 31 dicembre 2023,
ha visto l’avvio formale della fase di rinnovo con l’elaborazione delle Linee Guida di Piattaforma  Unitaria Sindacale inviate alle Associazioni Datoriali in data 11 luglio 2023.
All’apertura del tavolo di trattativa in data 26 settembre 2023 è seguito un intenso calendario di incontri che si è interrotto il 30 maggio 2024 a causa dell’atteggiamento, in alcuni casi attendista ed in altri dilatatorio e non costruttivo, assunto dalle Associazioni Datoriali Asstra, Agens e Anav, che non ha permesso la prosecuzione di un confronto caratterizzato da elementi di disponibilità, concretezza ed avanzamento normativo, auspicati dalle Organizzazioni Sindacali, quali indicatori di una reale assunzione di responsabilità nei confronti del settore e della categoria.

“Le organizzazioni Sindacali, hanno registrato da parte delle Associazioni
Datoriali posizioni inaccettabili – legge nella nota – e non solo riguardo alle istanze promosse dalle lavoratrici e dai lavoratori del settore, caratterizzato da un crescente deterioramento delle condizioni lavorative e retributive, dalla conseguente e strutturale carenza negli organici aziendali, dagli episodi di aggressioni fisiche e verbali sempre più diffusi ai danni degli operatori front line, dalla cronica difficoltà nel reperire nuovi conducenti e altre figure specializzate, dal rischio sempre più tangibile della riduzione dei servizi, nonché dall’impossibilità di offrire un trasporto pubblico locale adeguato, ma anche riguardo a tematiche inerenti la sopravvivenza e gli interessi complessivi del settore”.

“Le Associazioni Datoriali – prosegue la nota – hanno risposto ancorandosi alle proprie posizioni, volte esclusivamente alla massimizzazione della produttività, attraverso proposte  provocatorie tese all’ulteriore aumento dei carichi di lavoro e di una compressione inaccettabile delle condizioni lavorative nel contesto attuale del settore, riproponendo modelli gestionali anacronistici, senza alcun riguardo alle legittime esigenze di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e alle proposte sindacali volte a garantire la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori, di fatto perdendo, con questo atteggiamento, l’opportunità di contribuire alla necessaria trasformazione del trasporto pubblico locale, per il raggiungimento degli obiettivi prefissati di sostenibilità economica, sociale ed ambientale.

“Nonostante tutti i tentativi delle Organizzazioni Sindacali tesi a ricercare un accordo, si è dovuto prendere atto delle indisponibilità datoriali a rinnovare il CCNL, con un incremento economico in linea con l’aumento del costo della vita, a rimodulare la parte normativa per consentire una migliore conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, nonché ad individuare soluzioni atte a contrastare il fenomeno delle aggressioni” – conclude la nota.