Mantova celebra il 25 aprile con Bella Ciao e ribadendo il pieno sostegno al popolo ucraino

MANTOVA – 25 aprile 2022, cerimonia nei giardini di viale Piave a Mantova al monumento alla Resistenza, la prima in presenza dopo due anni.
Volutamente partiamo dalla fine, dal canto di Bella Ciao al termine delle celebrazioni ufficiali così discusso negli ultimi giorni. C’è chi canta e chi no ma si fermano praticamente tutti sino alla fine delle sue note. Fa eccezione la deputata di Forza Italia Anna Lisa Baroni che è stata comunque l’unica rappresentante istituzionale presente di partiti del centro destra. Assenti anche i Cinque stelle (clicca sulle immagini per ingrandirle) 

A spiegare la ragione di quel canto e del perché non debba essere divisivo è stato poco prima il sindaco di Mattia Palazzi nel suo intervento.
“….Noi che non abbiamo fatto niente per conquistare la libertà di cui godiamo, noi che l’abbiamo ereditata, dovremmo sempre ricordarci, anche per difendere la gioia, la bellezza dell’Italia liberata, negli occhi di milioni di donne e uomini, che la pace nel nostro Paese la si deve a chi ha scelto di sacrificare la propria vita per liberare altre vite, la nostra vita. Ed è anche per questo che dopo, al termine della cerimonia, canteremo Bella Ciao e la dedicheremo a chi ha combattuto per noi, a chi ha aiutato la Resistenza Italiana, a chi ha unito e liberato un popolo intero” sottolinea Palazzi che prima ripercorre la storia e il significato della Resistenza italiana riflettendo sul parallelismo con quanto sta accadendo in Ucraina e dichiara: “sono sinceramente stupito ed anche amareggiato da parte del dibattito nostrano sul concetto di resistenza e decisamente indignato da diverse, troppe, posizioni, anche di autorevoli intellettuali, quasi equidistanti, come a non vedere l’abissale differenza tra invasori e invasi. Ma ancora una volta ho trovato convincenti, giuste e determinate le parole del Presidente Mattarella, che pochi giorni fa, parlando del conflitto in Ucraina, ha parlato di “appello alla fine del conflitto, non alla resa. Una differenza non lessicale, la differenza tra la pace e la fine umiliante di uno stato sovrano, di un popolo”.

Anche il presidente provinciale dell’Anpi Luigi Benevelli evidenzia il dovere del popolo ucraino a difendersi ma chiede che le istituzioni internazionali si adoperino con ogni mezzo per arrivare alla pace.
E durante la messa lo stesso don Stefano Peretti nell’omelia ricorda che” …proprio l’essere pacifico e costruttore di pace che in determinate e orribili occasioni chiede di essere evangelicamente accanto a chi sacrifica la propria vita per la libertà di tutti”.
Insomma il 25 aprile mantovano si tinge inevitabilmente dei colori dell’Ucraina perché è là che due mesi fa che si sono svegliati e hanno trovato l’invasor, e pur con tutte le differenze tra la nostra e la loro Resistenza, tra gli ideali e i valori dei loro e dei nostri combattenti, oggi sono loro a resistere a un’invasione straniera, proprio come quelle che il popolo italiano ha combattuto per oltre un secolo. Ecco perché quest’anno la stessa Bella Ciao diventa l’inno di chiunque creda che la pace possa
essere costruita solo sulla sovranità di un popolo. Quella che l’Italia raggiunse al prezzo di tantissime vite. Ce lo ricorda anche un premio Nobel, Salvatore Quasimodo, in quei pochi verso che dicono più di mille parole: “E come potevano noi cantare con il piede straniero sopra il cuore ….”