MANTOVA – Un’emorragia che non si ferma: la provincia di Mantova è quella in Italia che negli ultimi quattro anni ha segnato il trend di crescita più elevato di cittadini iscritti all’Aire, l’Anagrafe dei residenti all’estero. E’ quanto evidenzia una indagine de Il Sole 24 Ore dalla quale emerge che, dal pre al post Covid, gli emigrati oltreconfine provenienti dal territorio mantovano sono passati dai 28.734 del 1° gennaio 2019 ai 40.325 del 1°gennaio 2023 (+40,3%, di cui 2.804 sono le nuove iscrizioni registrate solo nel corso del 2022). Praticamente un mantovano su dieci se ne è andato all’estero.
“Il dato – secondo la ricerca – potrebbe fotografare anche lo spostamento di alcuni membri della comunità italo/brasiliana, storicamente radicata nel mantovano, verso il
Brasile oppure verso altri paesi europei come Francia e Germania”.
Subito dietro a Mantova, sempre in termini di crescita, ci sono altre province della Bassa
padana: Rovigo (+39,7%), Lodi (+34,5%), Cremona (+32,9%) , Brescia (+32,2%),
Reggio Emilia (+31,5%). Unica eccezione, Prato, al terzo posto per crescita: la
provincia toscana sconta probabilmente le scelte di alcuni cittadini
appartenenti alla comunità cinese (la più numerosa in loco) che dopo i
lockdown del 2020 hanno scelto di trasferirsi (o tornare) in Cina o altrove.
BASCHIERI (FI): “DATO ALLARMANTE CHE DIMOSTRA COME L’OFFERTA DI LAVORO SUL TERRITORIO SIA INADEGUATA RISPETTO ALLE ESIGENZE DEI GIOVANI”
“Il dato è allarmante è dovrebbe preoccupare tutti gli amministratori locali della provincia di Mantova anche se vediamo che è un fenomeno che interessa pure le province vicine. E’ un dato in ogni caso che dimostra come il mercato del lavoro locale non risponda ai percorsi di studi fatti dai nostri giovani”. A dirlo il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale a Mantova Pierluigi Baschieri che sottolinea come il primo provvedimento presentato dal suo partito proprio nell’assemblea consiliare di via Roma sia stata “l’istituzione di un Tavolo dell’Economia con all’interno tutti i maggiori soggetti pubblici e privati che si occupano dello sviluppo del territorio”.
“Lo avevamo lanciato con forza e torniamo a farlo perchè servono azioni concordate per riuscire ad ottenere quelle risorse senza le quali è impossibile pensare ad un rilancio di questo territorio” prosegue Baschieri.
Complessivamente nel Paese sono poco meno di sei milioni, pari a circa un decimo della popolazione residente, gli italiani iscritti all’Aire, e quindi stabilmente all’estero da oltre 12
mesi, al 1° gennaio 2023: una fuga inarrestabile (+2,2% l’anno
scorso, con 127.350 nuove iscrizioni da gennaio a dicembre), ma che rallenta
la sua corsa dopo la pandemia. “A monte, forse, l’incertezza che porta alcuni italiani a temporeggiare sulla richiesta di residenza nel Paese in cui si trovano, e di conseguenza
nell’Anagrafe dei residenti all’estero (Aire). A valle il trend in costante aumento dei trasferimenti oltreconfine dalle aree meno attrattive del Paese, da un territorio – quello italiano – su cui già pesa una grave crisi demografica”.
I dati aggiornati evidenziano come a emigrare sono soprattutto i giovani: ogni
100 residenti in Italia con meno di trent’anni se ne contano 10,7 che hanno
scelto di trasferirsi all’estero, per un totale di oltre 1,8 milioni di iscritti under
30. In pratica ogni 10 giovani, ce ne è un altro che se ne è andato. Un’incidenza che scende a 8,6 ogni 100 tra gli over 60. Complessivamente a livello nazionale. le nuove iscrizioni all’Aire sono salite del 12,2% rispetto a prima della pandemia.