Mantova piange l’architetto Dino Nicolini: “Ha lasciato il segno nel volto della città”

MANTOVA – La cominutà mantovana è in lutto per la scomparsa di Corrado “Dino” Nicolini, architetto che per quasi sessant’anni ha firmato alcune delle opere più significative e riconoscibili della città. Con la sua visione e il suo gusto per l’equilibrio tra moderno e tradizione, Nicolini ha contribuito a ridisegnare spazi e edifici, regalando a Mantova un’eredità che oggi viene ricordata come una grande occasione di rigenerazione.
Originario di Gazzuolo, classe 1942, si era laureato in Architettura a Venezia, iniziando presto la carriera professionale. Il suo nome è rimasto legato a progetti che hanno cambiato il volto urbano: dalla trasformazione dell’ex mulino Zacché in via Portazzolo nella sede di Confindustria (poi ampliata nel 2004 con il centro di formazione), al Mamu – il Mantua Multicentre.

Tra le sue opere figurano anche il primo parcheggio in struttura di via Mazzini, il restauro di Palazzo San Sebastiano i complessi delle “Torrette” a Borgochiesanuova, alcuni insediamenti a Lunetta e diverse riqualificazioni di palazzi e strutture tanto in città che in provincia.

Architetto, ma anche appassionato studioso delle architetture rurali, Nicolini non ha mai smesso di interessarsi alla vita pubblica. Nel 1995 fu consigliere comunale per il Patto Segni nella giunta Pinfari; nel 2010 guidò Patto Nuovo, la formazione civica di Antonino Zaniboni, partecipando poi anche all’esperienza di Comunità e Territori. La sua scomparsa lascia un vuoto non solo nella professione, ma anche nel dibattito cittadino, dove la sua voce era sempre attenta alle esigenze della comunità. La camera ardente è stata allestita alla Casa funeraria di Levata; martedì alle 11, dopo una benedizione, il feretro sarà accompagnato al cimitero di Mantova per la cremazione.