Dietrofront del governo che non presenterà l’emendamento alla manovra che prevedeva l’innalzamento a 72 anni l’età pensionabile dei medici dirigenti e dei medici docenti universitari. Lo ha annunciato il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, spiegando che “un argomento così importante a quest’ora rischia di essere oggetto di un dibattito troppo frettoloso quindi il governo considera di ripresentarlo in un’altra occasione”.
Inizialmente Ciriani aveva spiegato come l’emendamento fosse dovuto a una “esigenza oggettiva” dettata, come per i medici di famiglia, da “una carenza di medici sul territorio notevole”.
L’annuncio della presentazione dell’emendamento aveva riportato i medici sulle barricate, dopo lo sciopero di due settimane fa per i tagli alle pensioni: è “un insulto alla categoria, solo per salvare alcune lobby. Questa volta faremo le barricate e siamo disposti a indire nuovi scioperi da subito. Non si salva così la sanità pubblica”, aveva fatto sapere l’Anaao Assome, il principale dei sindacati dei medici ospedalieri.
La manovra è arrivata alle battute finali e si avvia a ricevere il primo via libera in commissione al Senato. Restano da sciogliere alcuni nodi legati alle risorse del fondo parlamentare, che potrebbero aumentare leggermente portando anche ad una rimodulazione dei finanziamenti degli emendamenti presentati dai relatori, e di quello atteso dall’opposizione che punta tutto sulla violenza contro le donne. In ogni caso si tratterebbe di piccoli ritocchi alle cifre, che non lascerebbero spazio per altri interventi.