MANTOVA – Reiterati abusi sessuali perpetrati ai danni di una bambina, all’epoca di soli otto anni. Con la pesante accusa di violenza sessuale su minore, nel 2017 era stato rinviato a giudizio uno studente universitario di 27 anni, residente nel Basso Mantovano. I fatti a lui contestati risalivano al 2011-2012; la vicenda però era finita sotto la lente d’ingrandimento della procura di via Poma solo qualche tempo dopo allorquando la giovanissima vittima, oggi 15enne, aveva trovato il coraggio di raccontare tutto ai propri familiari. Stando al capo d’imputazione a lui ascritto, gli episodi incriminati erano occorsi nell’abitazione del giovane in occasione di saltuarie lezioni d’inglese che lui impartiva alla parente. Sempre secondo quanto contestatogli tali molestie constavano nello specifico in palpeggiamenti intimi. In fase dibattimentale l’imputato, aveva respinto ogni accusa sostenendo a sua difesa che mai sarebbe stato in grado di molestarla anche per la presenza costante in casa della madre e del fratello. Ieri mattina, in un’aula rigorosamente a porte chiuse, l’epilogo giudiziario di primo grado della vicenda. Conclusa l’istruttoria il collegio dei giudici ha condannato il 27enne a sei anni e otto mesi di reclusione, oltre al riconoscimento di una provvisionale da 44mila euro in favore della parte civile: 30mila alla vittima e 7mila ciascuno ai suoi genitori. Il pubblico ministero aveva invece chiesto in fase di requisitoria sei anni di carcere.
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