“Sicuramente faremo audizioni per approfondire dov’è finita quella valigetta e cosa ci facesse“, sottolinea all’Adnkronos il presidente della Commissione Vinci spiegando che l’unico precedente riferimento che venne fatto a una valigetta risale a un’intervista a ‘Le Iene’ del 2017. “In precedenza altri testimoni da Mantova ci hanno detto che Rossi non passava mai nelle filiali: dove andava con quella valigetta se non in un’altra banca?”, si chiede Vinci ricordando che peraltro a Palazzo Te l’ex manager “non aveva un ufficio dove poteva portare documentazione riservata. Questo accende i riflettori su quella valigetta, su cosa contenesse di importante e dove sia finita”.
Per anni – continua Vinci – David Rossi è stato considerato soltanto l’uomo della comunicazione di Mps, ma Rossi era anche l’uomo delle sponsorizzazioni”. E proprio su questo filone la Commissione ha acceso un faro: “E’ difficile – sostiene Vinci – che il movente, sia nel caso di un eventuale suicidio sia in quello di omicidio, fosse legato alla sua attività di comunicazione. Ci deve essere qualcosa di molto più forte”.
Nelle scorse settimane la Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi aveva sentito anche Angelo Crespi e Graziano Mangoni, entrambi già Presidenti della Fondazione Palazzo Te.