Morti sul lavoro, Mantova tra le province con minore incidenza. Ma tanto resta da fare

MANTOVA – Sono già 776 le vittime sul lavoro in Italia. Un trend in crescita del 2% rispetto all’anno precedente, con 15 decessi in più. Una tragedia che si ripete, insomma: questo il sunto del report di Vega Engineering di Mestre, che ha presentato il report del terzo trimestre 2024

IL RISCHIO DI MORTE, REGIONE PER REGIONE. LOMBARDIA IN ZONA GIALLA, A “RISCHIO MODERATO”

A finire in zona rossa a fine settembre 2024 con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 24 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle d’Aosta, Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige e Sicilia.
In zona arancione: Calabria, Molise, Campania, Sardegna, Emilia-Romagna, Puglia e Abruzzo.
In zona gialla: Lazio, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Piemonte e Toscana.
In zona bianca: Veneto e Marche.

MANTOVA 63ª, CON 4 DECESSI, E’ TRA LE PROVINCE CON INCIDENZA MINORE, SOTTO LA MEDIA NAZIONALE. MA TANTO RESTA DA FARE

Secondo i dati provinciali, elaborati dall’Inail, che non considera le morti in itinere, nel Mantovano sono stati 4 i morti sul lavoro nei tre trimestri del 2024. La nostra provincia ha un’incidenza pari a 22,0, al di sotto della media italiana pari a 24,0. Ma tanto resta da fare per ridurre ulteriormente i rischi.

IL FENOMENO INFORTUNISTICO PER FASCE DI ETÀ: ANCORA A MAGGIOR RISCHIO I PIÙ ANZIANI

Anche nei primi nove mesi dell’anno l’osservatorio di Vega elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati).

Un dato, quest’ultimo, che continua a essere preoccupante tra i lavoratori più anziani. Infatti, l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza di 98,0), seguita dalla fascia di lavoratori con età compresa tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 38,9).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (199 su un totale di 567).

I LAVORATORI STRANIERI SOGGETTI AD UN RISCHIO DI INFORTUNIO MORTALE QUASI TRIPLO RISPETTO AGLI ITALIANI

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi nove mesi dell’anno sono 132 su un totale di 567, con un rischio di morte sul lavoro che continua a essere quasi triplo rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 55,6 morti ogni milione di occupati, contro i 20,5 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.

I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO E DEGLI INFORTUNI IN ITALIA A FINE SETTEMBRE 2024

Sono 776 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 567 in occasione di lavoro (26 in meno rispetto a settembre 2023) e 209 in itinere (41 in più rispetto a settembre 2023). Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (102). Seguono: Lazio (56), Emilia-Romagna (55), Campania (47), Sicilia (46), Veneto (36), Piemonte e Puglia (35), Toscana (30), Trentino-Alto Adige (19), Calabria e Sardegna (16), Umbria (14), Abruzzo e Liguria (13), Friuli-Venezia Giulia (11), Marche e Basilicata (8), Valle d’Aosta (4) e Molise (3)

IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI È IL PIÙ COLPITO DAL FENOMENO DELLE MORTI SUL LAVORO

Alla fine dei primi nove mesi del 2024 è ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 106. Seguito dalle Attività Manifatturiere (71), da Trasporti e Magazzinaggio (66) e dal Commercio (39).

LE VITTIME PER GENERE E NAZIONALITÀ

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a fine settembre 2024 sono 38, mentre 25 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 132, mentre sono 39 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Il martedì risulta essere anche a fine settembre il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi nove mesi dell’anno (19,9%).

LE DENUNCE DI INFORTUNIO IN CRESCITA, ANCHE SE DI POCO, RISPETTO A SETTEMBRE 2023

Le denunce di infortunio totali crescono dello 0,5% rispetto a settembre 2023. Le denunce erano 430.829 a fine settembre 2023, nel 2024 sono passate a 433.002.

I NUMERI DELLE DENUNCE TOTALI DI INFORTUNIO PER SETTORE: LA MAGLIA NERA VA ALLE ATTIVITÀ MANIFATTURIERE

Anche a fine settembre del 2024 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (52.944). Seguono: Costruzioni (27.403), Sanità (26.915), Trasporto e Magazzinaggio (25.285) e Commercio (24.470).

LE DENUNCE TOTALI PER GENERE, NAZIONALITÀ ED ETÀ

Le denunce di infortunio delle lavoratrici da gennaio a settembre 2024 sono state 152.435, quelle dei colleghi uomini 280.567. Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono 361.804 a fine settembre 2024: 118.692 le donne e 243.112 gli uomini. Le denunce di infortunio in occasione di lavoro degli italiani sono 285.659, mentre degli stranieri sono 76.145. La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 97.111 denunce (il 22,4% del totale).