CASTIGLIONE DELLE STIVIERE – È la sera del 4 marzo 1984, carnevale. Sulla pista della discoteca “Melamara”, a Castiglione delle Stiviere, circa quattrocento ragazzi stanno ballando e molti di loro sono in
maschera. Entra un giovane vestito da Pierrot, si guarda attorno e subito dopo apre un ingresso di sicurezza da dove entra un suo amico.
Approfittando delle luci soffuse della discoteca nei punti lontani dalla pista i due vuotano due taniche di benzina da 20-25 litri sulla moquette, poi le danno fuoco, pronti a fuggire per l’uscita secondaria. Il loro obiettivo è fare una strage di ragazzi: pensano che le fiamme divampino nel giro di poco ma le cose fortunatamente non vanno così: la moquette è antincendio e il tessuto non brucia. I due incendiari tentano di fuggire ma non ne hanno il tempo: “la folla dei giovani è loro addosso, urla, li trattiene, li percuote. Poco dopo li affida alle mani delle forze dell’ordine, che li trascinano via. L’identificazione è di quelle che lasciano sbalorditi. Entrambi i giovani risiedono a Verona e appartengono a famiglie più che benestanti, perfettamente inserite nella locale “società che conta”.
Il Pierrot si chiama Wolfgang Abel, ha 29 anni e ha, come il complice, un aspetto angelico”. Così Valerio Evangelisti descrive il tentato incendio alla discoteca Melamara da parte di Wolfgang Abel, e del complice, Marco Furlan. I due vennero condannati per 15 omicidi tra il 1977 e il 1984 firmati con la sigla neonazista “Ludwig” tra Veneto, Lombardia e Baviera.
Nella sigla Ludwig mettevano insieme un misto di ideologia neonazista e l’odio per i diversi, gli emarginati. Persone che, ai loro occhi, avevano la colpa di non essere normali.
Tra le loro vittime, senzatetto, tossicodipendenti, omosessuali e preti secondo loro infedeli.
Oggi è stata data la notizia del decesso di Abel:nel settembre 2021 era stato ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Borgo Trento a Verona dopo essere stato colto da un malore. Nella caduta aveva subito un trauma cranico ed era finito in coma. Il decesso, da quanto si è appreso, è avvenuto alcuni giorni fa nella sezione stati vegetativi dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, dove era ricoverato senza mai aver ripreso conoscenza. Abel aveva scontato 32 anni tra carcere e arresti domiciliari, ed era tornato completamente libero nel 2016. Si è sempre professato innocente.