Otto società ubicate nel Mantovano e nel Bresciano sono state commissariate per mafia dal tribunale di Brescia. Sarebbero tutte riconducibili all’imprenditore veronese 65enne Mario Prospero, già agli arresti domiciliari a Monzambano, che, secondo le indagini della Direzione investigativa antimafia (Dia), avrebbe stretto da diversi anni rapporti di complicità con i clan della ‘ndrangheta radicati tra Crotone e Cutro, che avrebbe continuato a favorire anche negli ultimi mesi.
I giudici della sezione misure di prevenzione hanno quindi revocato gli attuali dirigenti e nominato tre amministratori giudiziari, chiamati a gestire per almeno un anno le società sotto accusa, per troncare i legami d’affari con i presunti boss mafiosi e riportarle alla legalità.
Le aziende colpite dal provvedimento giudiziario hanno ricavi complessivi per oltre 15 milioni di euro all’anno e controllano in particolare un grande villaggio turistico con piscine, bar e ristoranti fra Sirmione e Desenzano, una scuderia di cavalli in provincia di Mantova, diverse imprese di costruzioni, società immobiliari e cavedi estrazione di materiale per l’edilizia.
I provvedimenti sono il frutto di risultanze investigative già emerse nell’indagine coordinata dalla Dda presso la Procura della Repubblica di Catanzaro denominata “Operazione Glicine-Acheronte”.