MANTOVA – La negoziazione sociale nel mantovano da molti anni rappresenta un punto di forza dell’attività sindacale, finalizzata a tutelare la parte più fragile della cittadinanza, attraverso una rete che coinvolge tutte le nostre strutture locali e i coordinatori di zona, in diretta collaborazione con le Segreterie territoriali di CGIL-CISL-UIL, Pensionati e Confederali.
Tale attività si svolge a partire dalla costruzione di una piattaforma condivisa da sottoporre prima del bilancio di previsione all’attenzione dei Sindaci per orientarne le scelte.
Nel 2020 l’emergenza sanitaria non ha interrotto il confronto con i comuni, in alcuni casi iniziato prima del periodo del lockdown, confermando la continuità del dialogo tra le parti sociali e la maggior parte delle Amministrazioni.
Il risultato finale presenta la sottoscrizione di 35 verbali di accordo e 8 di incontro, un risultato straordinario se prendiamo in considerazione le restrizioni e le difficoltà dovute alla pandemia.
Il risultato del nostro lavoro ha riguardato oltre 300.000 cittadini della Provincia di Mantova, ma numerosi sono stati anche i Comuni che hanno approvato il bilancio senza accogliere la richiesta di incontro delle organizzazioni sindacali: Borgo Mantovano , Canneto sull’Oglio, Casaloldo, Castel Goffredo, Castelbelforte, Castiglione delle Stiviere, Guidizzolo, Marcaria, Moglia, Piubega, Pomponesco, San Giovanni del Dosso, Serravalle a Po, Solferino, Viadana.
Con i Comuni di Cavriana, Castel d’Ario, Gazoldo degli Ippoliti, Porto Mantovano, Quingentole e Redondesco l’incontro non è stato seguito da un verbale sottoscritto tra le parti.
L’apertura dell’attività di negoziazione ha coinciso, a metà novembre, con il confronto con il Comune di Mantova, fino alla sottoscrizione di un verbale di accordo. Si è trattato ancora una volta di un’intesa importante per la valenza istituzionale, in quanto Comune Capoluogo, ma soprattutto per i suoi contenuti, orientati ad incidere molto sulle politiche di redistribuzione del reddito.
Infatti il mantenimento della soglia di esenzione dell’addizionale comunale a 22.000 euro è risultata essere anche quest’anno la più alta della provincia; contemporaneamente la progressività delle aliquote, dallo 0,4% allo 0,8%, garantisce il principio secondo cui chi guadagna di più paga di più.
Si è confermato un elevato stanziamento per il welfare locale (circa tre milioni di euro per servizi ad anziani e disabili) e per le politiche di contrasto alla povertà (1 milione di euro); per il diritto allo studio sono stati destinati 850mila euro. Ma la parte iniziale dell’accordo riguarda il lavoro: sono stati assegnati 300.000 euro per tirocini ed incentivi per i giovani dai 16 ai 29 anni, nonché per il reinserimento lavorativo di persone disoccupate over 50.
Una novità ulteriore introdotta dal Comune di Mantova è stata la gratuità degli asili nido comunali dal 1° gennaio 2020.
In un quadro complessivamente negativo, ulteriormente inasprito dalla pandemia, la negoziazione sociale ha assunto, e tuttora rappresenta, una funzione di autentico incontro tra bisogni reali, diritti e scelte politiche.
Per tutti i Comuni con i quali le organizzazioni sindacali hanno sottoscritto l’accordo è stato evidente l’impegno a mantenere un alto livello di stanziamenti e di erogazione dei servizi di welfare, con particolare attenzione alle fasce più deboli.
Ormai per le amministrazioni comunali non esistono più servizi consolidati e scontati, tutti possono essere rivisti e messi in discussione in funzione delle possibilità economiche: da quelli per gli anziani, i più elementari come il SAD, i pasti a domicilio, il trasporto protetto, fino a quelli più articolati che mettono in campo le tutele per garantire la domiciliarità il più a lungo possibile, come i centri diurni o gli ADI, a quelli per i minori , come il servizio di trasporto scolastico o la mensa, al piano per il diritto allo studio, all’edilizia scolastica pubblica, a quelli per il benessere e i buoni stili di vita della popolazione. Così come pesa sempre di più la spesa per i ricoveri nelle strutture protette di anziani, disabili e minori. Aumentato anche l’impegno per progetti mirati per questi ultimi, dal momento che tutti i Comuni registrano un preoccupante incremento di casi di disagio fra gli adolescenti.
La lotta all’evasione fiscale costituisce uno strumento efficace, oltre che per garantire equità, anche di redistribuzione e di sviluppo utile per diminuire le diseguaglianze, per recuperare risorse e reinvestirle nei servizi: da segnalare esperienze virtuose già realizzate da parte di alcuni Comuni, che nel recupero dell’evasione fiscale, in particolare IMU ed ex ICI, hanno contrastato l’evasione fiscale, riportando alla luce importati risorse per le casse Comunali e reso più giusto il sistema fiscale locale.
La questione abitativa pubblica continua ad essere una vera e propria emergenza ed i modelli di risposta costruiti attorno ad essa vanno rivisti, in una logica differente dal passato. Non solo perché di edilizia pubblica non se ne è parlato più per molto tempo, ma perché è diventato indispensabile adottare politiche abitative regionali e locali orientate all’housing sociale: dove l’edilizia pubblica diventa un fattore di risposta abitativa e di salvaguardia del tessuto urbano e sociale di un territorio.
Parlare di casa oggi vuol dire anche parlare di integrazione sociale, perché la questione abitativa è condizionata dai processi di precarizzazione e di impoverimento sociale. A tutti i Comuni è stato chiesto di procedere con un fondo sostegno affitti soprattutto per intervenire in casi di morosità incolpevole.
Attenzione particolare è stata destinata anche alle risorse destinate all’istruzione, attraverso il piano del diritto allo studio elaborato in stretta intesa con le scuole del territorio, e all’edilizia scolastica. Parallelamente si è posta la richiesta di servizi di pre e post scuola, insieme al trasporto scolastico, per garantire alle famiglie una migliore possibilità di conciliazione fra le esigenze familiari e gli impegni di lavoro.
In molti accordi sono state restituite le numerose progettualità delle amministrazioni comunali per contrastare la violenza di genere, anche con iniziative di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza.
Nella primavera si sono svolti anche incontri mirati con i comuni di Mantova, Suzzara, Ostiglia e Asola sulla situazione della riorganizzazione dei servizi a causa del Covid-19 e sulla distribuzione dei buoni alimentari per le famiglie più bisognose.
Da tali incontri è emerso che circa un terzo delle persone che ha richiesto l’intervento del Comune era sconosciuto ai servizi sociali.