“Nel Mantovano acquisizioni sospette di alberghi da parte della mafia”

Sono oltre 5000 le imprese lombarde ad alto rischio di infiltrazione mafiosa, con una crescita dei provvedimenti interdittivi che raggiunge quasi il 30% (dati forniti dalle Prefetture sulle imprese interdette tra il 2018 e il 2024). Questo dato, in provincia di Mantova, si traduce con oltre un centinaio di imprese a rischio per quanto riguarda le possibili infiltrazioni con la criminalità organizzata. 
Le imprese confiscate in via definitiva in Lombardia sono 248, pari all’8,4% del totale nazionale, la maggior parte concentrate nella provincia di Milano (178 imprese confiscate, di cui 143 registrate nel comune meneghino.

I numeri sono stati presentati oggi in occasione della Giornata della Legalità e del 32esimo anniversario della Strage di Capaci, durante una seduta della commissione regionale Antimafia, dove è stata illustrata una ricerca di PoliS Lombardia realizzata da Transcrime.

Complessivamente, per numero di procedure di gestione in capo all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati, la Lombardia è seconda solo a Sicilia e Campania.
I settori più ‘aggrediti’ dalla criminalità sono prevalentemente quelli dell’immobiliare (21,8%), delle costruzioni (19%), del commercio all’ingrosso e al dettaglio (15,7%) e della ristorazione (13,7%).  La grande distribuzione organizzata e i centri commerciali sono considerati, per esempio, un’importante porta d’ingresso dei clan mafiosi, sia durante la fase di gestione degli appalti sia in quella di acquisizione di spazi commerciali. Bar, tabaccherie e ristoranti costituiscono, a loro volta, “un avamposto della criminalità fornendo opportunità di riciclaggio, presidio del territorio e base logistica per nascondere armi e droga”.
La vulnerabilità dell’economia lombarda, secondo il report di Transcrime, è confermata anche dalle statistiche del riciclaggio di denaro: la Lombardia registra il numero più alto di segnalazioni ricevute (circa 27mila nel 2022, poco meno del 20% del totale nazionale).

Per quanto riguarda i settori di infiltrazione, l’indagine mostra, inoltre, un’espansione e una diversificazione rispetto al passato. Ci sono tracce di criminalità nelle energie rinnovabili, nei trasporti, nell’industria del divertimentogaming scommesse, nel commercio di medicinali e nella progettazione architettonica/edile. L’edilizia, in particolare, rientra fra gli interessi più forti dei clan mafiosi “costituendo punto d’incontro fra impresa, criminalità e politica locale e favorendo un network di collusione tra questi tre mondi”.
La criminalità si è introdotta nelle imprese del gioco d’azzardo legale, nelle discoteche e nei locali notturni, nelle società sportive, anche dilettantistiche e specialmente nel mondo del calcio, nascondendosi dietro al merchandising e al trasferimento di giocatori.
Soggetti, inoltre, a crescenti interessi di gruppi criminali sono il settore sanitario, quello degli appalti pubblici, dei servizi funebri e cimiteriali, particolarmente ambiti dalla ‘ndrangheta, e del turismo. Sul lago di Como, come nelle province di Brescia, Bergamo, Mantova e Cremona, per esempio, sono stati diversi i casi di acquisizione sospette di alberghi.
Anche il sistema fieristico lombardo, si legge nel documento, non è sfuggito al trend: “per le opere di Expo 2015 sono stati emessi 98 provvedimenti interdittivi antimafia per un totale di 67 imprese sospettate”.
In aumento, infine, anche il rischio nell’ambito del settore del trattamento dei rifiuti. Un interesse relativamente giovane per i gruppi criminali, spiega il report, ma già maturato in diversi episodi incendiari dolosi che hanno coinvolto, in questi ultimi anni, impianti di stoccaggio e smaltimento nelle province di Milano, Pavia, Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Cremona e Mantova.

“Commemoriamo la strage di Capaci in cui ha perso la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, desidero onorare anche la memoria di Francesca Morvillo, moglie e anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, tutti combattenti per una società libera dall’oppressione mafiosa, che vivono ancora e per sempre nei nostri cuori. In questo giorno, mi preme ribadire la determinazione con la quale a livello istituzionale perseguiamo l’obiettivo di contrastare ogni giorno ogni forma di illegalità e violenza”, così il consigliere regionale Paola Bulbarelli e segretario della Commissione Speciale Antimafia Commissione speciale Antimafia, anticorruzione, trasparenza ed educazione alla legalità è intervenuta a margine della presentazione dell’indagine.

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