No Food No Science: “protesta nel nome di ecologia, giustizia sociale e multispecie”

MANTOVA – Il giorno dopo la protesta in piazza Erbe con lo spargimento di letame tra gli stand del Food & Science Festival, le attiviste del gruppo No Food No Science rimarca le ragioni del dissenso rispetto alla manifestazione che da anni si svolge nel centro di Mantova.

“No Food No Science – si legge nel comunicato stampa inviato dal gruppo animalista – non si oppone certo alla produzione di cibo e alla ricerca scientifica bensì alla collusione tra la politica e gli interessi privati della grande industria zootecnica, che uccide ogni anno milioni di animali, stipati nei capannoni, e ha l’impatto più grande sulla crisi eco-climatica, dopo l’industria dei combustibili fossili. Insieme ad altri collettivi anti-specisti, anti-fascisti ed ecologisti come Ribellione Animale, Scientist Rebellion e Collettivə Ludovica, No Food No Science rinfaccia al festival di Confagricoltura Food & Science di rappresentare gli interessi privati degli industriali che lo sponsorizzano”.

La protesta, spiegano da No Food No Science, “si ispira a ragioni di ecologia, giustizia sociale e multispecie, citando lo sfruttamento degli animali, dei lavoratori, delle risorse naturali e i rischi posti dagli allevamenti per la salute pubblica (in particolare le zoonosi e la resistenza agli antibiotici) e per il bene comune (gli eventi catastrofici legati al surriscaldamento globale). Lungi dall’essere dei “fanatici ecodeficienti” e “ostili al sapere”, come affermato dal politico di Fratelli d’Italia Alessandro Beduschi, nel fine settimana le attiviste di No Food No Science ospiti di due circoli Arci della città hanno organizzato una serie di incontri con contadine biologiche, etologi, veterinarie, ricercatori ambientali, due attiviste trans che lavorano nel campo dell’ecologia e delle lotte sindacali, animaliste antispeciste delle campagne di Green Hill e direttori di rifugi per animali: tutti uniti dalla contrarietà al modello agricolo ed economico degli allevamenti intensivi e delle monoculture”.

Un ultimo pensiero è rivolto al Sindaco di Mantova, Mattia Palazzi: “più volte dal maggio dello scorso anno le attiviste di questo gruppo, tra cui diverse giovani cittadine di Mantova, hanno chiesto un colloquio con il Sindaco per proporgli di tenere il festival su cibo e scienza rinunciando alla collaborazione e i finanziamenti dei colossi di macelli e caseifici. Tuttavia la lettera aperta che hanno rivolto al primo cittadino è sempre rimasta senza risposta, mentre il sindaco è arrivato a chiedere la loro espulsione dalla città”. Motivo per il quale, spiegano nel comunicato, le attiviste per essere ascoltate hanno messo in atto una serie di atti di disobbedienza civile eclatanti, “costate alle attiviste numerose denunce (quelle del 2024 sono state archiviate per insussistenza del fatto) e fogli di via che vietano loro di entrare a Mantova (misure amministrative che questo fine settimana alcune di loro hanno deciso scientemente di ignorare)”.