Oggi e domani al voto: oltre 302 mila mantovani chiamati alle urne per i cinque referendum

MANTOVA – Sono 302.569 gli elettori mantovani — 153.847 donne e 148.722 uomini — chiamati alle urne oggi e domani per esprimersi sui cinque quesiti referendari abrogativi che toccano temi centrali come lavoro e cittadinanza.
I seggi sono aperti oggi, domenica 8 giugno, dalle 7 alle 23, mentre domani, lunedì 9 giugno, sarà possibile votare dalle 7 alle 15.

Per la validità della consultazione è richiesto il raggiungimento del quorum: dovrà recarsi alle urne almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto. Lo spoglio delle schede inizierà immediatamente dopo la chiusura dei seggi.
In tutta la provincia di Mantova sono operative 376 sezioni elettorali, di cui due ospedaliere. Nel capoluogo le sezioni sono 46, per un totale di 36.344 elettori.
Ad ogni elettore vengono consegnate cinque schede, una per ciascun quesito. Per ogni scheda si potrà votare in maniera autonoma, scegliendo tra le opzioni «Sì» o «No».

Il primo quesito chiede di ripristinare la tutela reale in caso di licenziamento illegittimo, abolita con il Jobs Act, la riforma del lavoro voluta dal governo Renzi. Questo permetterebbe a un lavoratore licenziato ingiustamente di essere reintegrato nel proprio posto di lavoro. Il secondo quesito punta invece ad abrogare il limite massimo dell’indennizzo economico previsto per i lavoratori licenziati senza giusta causa nelle imprese con meno di quindici dipendenti.
Un altro quesito riguarda i contratti a termine: la proposta intende eliminare le modifiche legislative degli ultimi anni che hanno reso più semplice per i datori di lavoro  ricorrere a questo tipo di contratto, con l’obiettivo di ridurre la precarietà e favorire l’occupazione stabile. Si vota anche per la sicurezza sul lavoro. In questo caso si propone di abrogare alcune norme che, secondo i promotori, limitano la responsabilità delle aziende in materia di prevenzione degli infortuni. L’ultimo quesito riguarda la cittadinanza per gli stranieri non appartenenti all’Unione europea. La proposta del referendum di cittadinanza mira ad abrogare l’attuale requisito di dieci anni di residenza legale in Italia per ottenere la cittadinanza, riducendolo a cinque.

Per la prima volta è ammesso il voto per i fuori sede. Può votare in un comune diverso da quello di residenza chi per motivi di studio, lavoro o cure mediche è domiciliato da almeno tre mesi in un’altra provincia e ne ha fatto richiesta entro il 5 maggio. Dall’estero possono invece votare gli elettori iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) e gli italiani temporaneamente all’estero per almeno tre mesi per lavoro, studio o cure mediche, e i familiari con essi conviventi all’estero, che ne hanno fatto richiesta entro il 7 maggio.