MANTOVA – Respinge l’accusa di essere stato lui ad uccidere la suocera il pomeriggio del 9 dicembre 2021. Nuova udienza ieri in Corte d’Assise a Mantova del processo per l’omicidio della 73enne Anna Turina, morta dissanguata nella sua casa di Malavicina di Roverbella.
Tentato omicidio e omicidio volontario: sono due le accuse contestate dal pm Giulio Tamburini a Enrico Zenatti, il 55enne genero della donna.
Il primo capo d’imputazione in quanto, secondo gli inquirenti, Zenatti sarebbe andato a casa della suocera, l’avrebbe colpita più volte alla testa con un’arma da taglio fino a procurarle una vistosa emorragia. Convinto d’averla ammazzata avrebbe lasciato la casa. Ma la donna, secondo la ricostruzione, era invece riuscita a riprendersi al punto che poco più tardi sua figlia Mara Savoia, moglie di Zenatti, aveva avvertito il marito che la madre stava malissimo. A quel punto l’uomo sarebbe tornato nella casa per finire il lavoro: l’avrebbe così sgozzata sempre con un’arma da taglio recidendole carotide e giugulare.
L’ uomo, così come confermato dalla moglie, era stato l’unico a rimanere in casa con la donna in attesa dell’ambulanza e aveva invitato più volte i familari a uscire per chiamare i soccorsi.
Zenatti, rispondendo alle domande del pm, ha ribadito di non essere stato lui ad uccidere l’anziana. L’uomo ha raccontato anche che avrebbe preso dalla cassaforte di casa sua 15 mila euro, senza informare la moglie, e di averli portati alla suocera. I soldi sarebbero serviti per un acconto per l’acquisto della casa di un figlio. Secondo il 55enne quando nel nel tardo pomeriggio, venuto a sapere che la sucocera stava male, sarebbe tornato nella casa della donna, il denaro sarebbe sparito. Secondo Zenatti qualcuno lo avrebbe preso. Il racconto però presenta delle incongruenze: perchè portare una simile somma dalla suocera visto che il preliminare per l’atto di acquisto era stato fissato proprio per quello stesso giorno alle ore 18?
C’è poi la questione degli orari: Zenatti, così come confermano i filmati delle telecamere, lascia la casa della suocera dopo la visita nel primo pomeriggio alle 15,29. Un minuto più tardi qualcuno rientra nella casa ma il 55enne dichiara di non saperne niente, fatto questo contestato dal pm Giulio Tamburini. “Come può non aver visto chi entrava in casa della donna visto che si trovava davanti all’abitazione di questa?”.
Il processo continuerà con una nuova udienza il 30 gennaio.
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