MANTOVA - Il Parco del Mincio e un team di 10 enti italiani e stranieri, università e enti gestori di siti Natura 2000 hanno candidato un progetto LIFE per attuare interventi di riqualificazione di tre zone umide tutelate al fine di conservare la fragile biodiversità acquatica oltre a contrastare l’eutrofizzazione delle acque dolci. Il progetto di tutela di tre habitat di interesse comunitario, protetti e tutelati dal Parco del Mincio approda alla Commissione europea e punta a ottenere i finanziamenti necessari ad attivare un progetto pilota nelle Valli del Mincio, nel laghetto di Castellaro Lagusello e nella zona umida dell’area Valle di Castiglione delle Stiviere.
Il progetto potrebbe permettere di proseguire le azioni di riqualificazione delle Valli del Mincio per le quali il Parco è annualmente impegnato, oltre a rafforzare quanto fatto nelle zone umide di Castiglione delle Stiviere nel corso del progetto attuato con Fondazione Cariplo “Tessere per la natura”.
Un secondo aspetto del progetto ha anche una componente innovativa: prevede infatti la reintroduzione di una piccola pianta da tempo scomparsa ma la cui presenza è documentata in un autorevolissimo erbario, quello di Luigi D’Arco e dedicata all’illustre test di crescita, di dare vita a una banca dei semi della specie individuata e a una plant nursery, lavori di riqualificazione nelle Valli e svolgimento dell’azione pilota nelle Valli Parco del Mincio (che assorbirà circa un quarto delle risorse richieste, ammontanti in totale a oltre 2 milioni di euro), monitoraggio, disseminazione e trasferibilità dei risultati.
Il progetto sarà coordinato dall’Università di Parma, da tempo attiva nel campo della gestione sostenibile delle risorse idriche e gli altri attori saranno il Parco del Mincio, le università di Milano, Bologna e Pisa, l’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca, l’ISPRA e le autorità di gestione dei parchi dell’Emilia-Romagna.