Pasqua, il Vescovo Marco Busca: “il Vangelo come risposta alle sfide del presente”

MANTOVA – In occasione della Pasqua 2025, il Vescovo di Mantova Marco Busca “ci invita a riscoprire il significato profondo della Resurrezione come passaggio verso una vita nuova, più autentica e piena di speranza. In un mondo spesso smarrito, il Vangelo si rivela come forza umanissima e spirituale, capace di parlare al cuore dell’uomo contemporaneo”.
Ecco il suo messaggio:

Cari amici,
in questi giorni è ormai consueto scambiarsi l’augurio di “Buona Pasqua”. Ma forse ciò che ci è chiesto è trovare modi nuovi e più autentici per ridire ciò che è già stato detto tante volte, ma che non smette mai di interrogare il cuore dell’uomo.
Permettetemi allora di dirvi Buona Pasqua così: Cristo è risorto, vive per sempre. Cristo è la vita. Non è un annuncio innocuo. Anzi, è un annuncio paradossale, impegnativo che può risultare persino scandaloso, ma che rimane profondamente vero.
Per spiegarmi meglio, desidero usare un’immagine: la Pasqua è un passaggio, e ci invita a compiere un vero e proprio movimento spirituale e umano.
Un passaggio da ciò che siamo a ciò che possiamo diventare. Credo che l’uomo contemporaneo, europeo, italiano, abbia bisogno di risentire il Vangelo. Forse oggi siamo chiamati più che mai a mostrarlo con linguaggi nuovi, con gesti autentici.
Non penso che nei cuori dei nostri contemporanei ci sia qualcosa di profondamente anticristiano; forse c’è piuttosto una condizione pre-cristiana, un’attesa, una sete silenziosa, un desiderio profondo di verità.
Sono molti coloro che attendono quell’annuncio capace di toccarli nel profondo e di aprire in loro lo spazio per accogliere la vita di Dio. Questa attesa, questa ricerca – spesso latente – può essere il terreno buono in cui seminare speranza.
E allora sì, accogliamo tutto ciò che di positivo emerge: da una nuova coscienza della sacralità della vita, dai percorsi religiosi, dai cammini spirituali, ma anche da quei fermenti buoni che emergono dalla cultura laica. Se insieme percorriamo i sentieri della sacralità della vita, ci accorgeremo che tanti problemi del nostro tempo – dall’ecologia, alle guerre, alla fame, alle ingiustizie sociali – hanno in radice una profonda dimensione spirituale. Guardiamo a Gesù.
Gesù che partecipava ai banchetti, benediceva le feste, parlava senza timore del maschile e del femminile, del dare a Cesare quel che è di Cesare.
Gesù che si immergeva pienamente nella vita. Il Vangelo, allora, è qualcosa di profondamente umano. E anche noi, oggi, come cristiani, non siamo chiamati a scomunicare, ma a far sentire la vicinanza della Chiesa. Vicinanza a chi difende la sacralità della vita, in tutte le sue forme. Non si tratta di imporre ricette religiose, ma di far emergere la bellezza di esperienze umanissime che sono, allo stesso tempo, spirituali e religiose: l’arte, la politica, la cultura, il progresso, l’economia, le relazioni d’amicizia, d’amore, il generare figli… Tutto questo è vita piena, ed è già annuncio. Per questa Pasqua 2025, allora, sento che sia fondamentale riscoprire che la risurrezione non è un’idea astratta o un sentimento vago: è la vittoria di Dio sul potere dissacrante della morte.
È la proclamazione che la vita non finisce, ma trionfa. E allora, con audacia e speranza, vi auguro di arrivare fino in fondo al cuore del messaggio pasquale: Cristo è risorto. Trionfa la vita. Buona Pasqua a tutti!