Pazienti psichiatrici: sistema efficiente, ma medici sotto organico per i 145 posti nel Mantovano

MANTOVA – Un sistema efficiente, con strutture abbastanza adeguate al numero di pazienti, in grado di erogare le cure necessarie. Ma c’è un problema di organico, come accade in questi anni per tutte le specialità mediche: questa è la fotografia della situazione attuale, per quanto riguarda i pazienti psichiatrici nel Mantovano.

LA GEOGRAFIA DELLE STRUTTURE: UN SISTEMA COMPLESSO PER UNA MAGGIORE CAPILLARITÀ E PER ADATTARE LE CURE ALLE ESIGENZE DEI PAZIENTI. SONO 132 I POSTI TOTALI

A tracciare il quadro è lo psichiatra Andrea Pinotti, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze di Asst Mantova, che descrive un sistema complesso: “territoriale, con attività ambulatoriale e gestione domiciliare dei pazienti, ma anche residenziale e ospedaliero. In ospedale, nel reparto “per acuti” ci sono 33 posti letto: 9 a Pieve di Coriano, 9 a Castiglione e 15 a Mantova. Un numero al di sotto di quanto richiederebbe la legge (un posto ogni 10mila abitanti) di circa 7/8 unità, e questo anche alla luce del reparto di Casalmaggiore, ma che permette di seguire comunque al meglio coloro che ne hanno necessità”.

“Poi ci sono anche una serie di strutture residenziali, alcune gestite direttamente dalla Asst Mantova, altre sempre di quest’ultima ma date in gestione al privato sociale, comunque anche in questo caso si tratta di posti pubblici. Tra le prime il Cra di Quistello (13 posti letto), il Cra di Castel Goffredo (12 posti letto), Cra di Mantova (13 posti letto), la Comunità protetta ad alta intensità assistenziale di Castiglione (15 posti letto), la Comunità Media assistenza di Grazie (9 posti letto), la Comunità di San Cataldo gestita dalla Cooperativa “Centro Sociale Papa Giovanni XXIII  (13 posti) e quella di Suzzara (altri 9 posti). Oltre a queste, c’è la Comunità Villa Angela (9 posti, gestita da coop Ippogrifo), poi c’è la comunità ad alta intensità assistenziale Corte Maddalena con altri 20 posti letto (gestita sempre da Ippogrifo). Ma ci sono anche le strutture residenziali cosiddette “leggere”: 12 con assistenza domiciliare quotidiana, altri 8 alloggiano in appartamenti messi a disposizione di Csa, fruendo allo stesso modo di un’assistenza domiciliare quotidiana”.

PARTICOLARE ATTENZIONE ANCHE ALLA SITUAZIONE DEI MINORI

“In questi anni inoltre, c’è una problematica legata ai minori che è letteralmente esplosa. La neuropsichiatria infantile si sviluppa con attività ambulatoriale. Recentemente, inoltre, è nata anche una piccola comunità per giovani e minori problematici, il “Controvento” di Romanore, gestita da Csa, con 5 posti” spiega Pinotti.

IL VALORE SIMBOLICO DELL’INTITOLAZIONE A FRANCO BASAGLIA DELLA PIAZZETTA ANTISTANTE LA DIREZIONE ATS DI MANTOVA

Il quadro della cura della salute mentale del Mantovano, che vede uno sforzo importante da parte di Asst e Ats, è stato tracciato a latere dell‘intitolazione a Franco Basaglia della piazzetta antistante la palazzina della Direzione Generale di Ats Valpadana.
Cogliendo la richiesta proveniente da un gruppo di cittadini mantovani, l’Ats ha organizzato l’iniziativa per celebrare il centenario della nascita dello psichiatra e neurologo, “padre” della Legge Basaglia sulla riforma psichiatrica che ha ridefinito l’intera concezione di malattia e cura dei malati portando alla chiusura dei manicomi.
L’ex Ospedale psichiatrico di Dosso del Corso, oggi sede dell’Ats Val Padana e del Centro sanitario Green Park, fu inaugurato il 28 ottobre del 1930; a partire dal primo gennaio del 1980 cessarono i nuovi ricoveri e vi rimasero un gruppo di pazienti sino alla fine degli anni novanta. Lo smantellamento dei manicomi fu infatti un percorso lungo e certamente non facile, iniziato con la prima riforma del 1968 – con la Legge Mariotti che abolì l’obbligo di iscrizione nel Casellario giudiziale, introdusse la possibilità del ricovero volontario e istituì i Centri di Igiene Mentale – e proseguito con la Legge Basaglia, la Legge 180 del 13 maggio 1978, che puntò al definitivo superamento degli ospedali psichiatrici.
All’intitolazione, oltre a Pinotti, erano presenti Ida Ramponi, Direttore Generale dell’Ats, il Vicesindaco di Mantova, Giovanni Buvoli insieme agli Assessori Andrea Caprini e Chiara Sortino, Anna Gerola, Direttore Generale di Asst Mantova, Amelia Anghinoni, responsabile Struttura Salute Mentale e Dipendenze di Ats e Giovanni Rossi, psichiatra già direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Mantova.
“L’Ats ha da subito accolto con entusiasmo la richiesta della cittadinanza di ricordare il professor Basaglia – ha introdotto Ramponi -. Con questo atto si intende rendere merito ad un medico che ha speso la sua vita per restituire dignità ad ogni paziente, considerandolo non come oggetto da aggiustare o di cui vergognarsi, recludendolo e nascondendolo alla società dietro mura invalicabili. Il malato psichiatrico per Basaglia è persona da accogliere, ascoltare, comprendere e aiutare”.
“Sono felice di esprimere, in rappresentanza del Comune di Mantova, il sostegno e l’appoggio a questa iniziativa – ha proseguito il Vicesindaco Buvoli -. Il dottor Basaglia è stato il precursore della politica di inclusione e accettazione della fragilità e della diversità, fino ad allora negata e ignorata. Grazie al suo operato, oggi viviamo in una società che ha restituito dignità, rispetto e progettualità alle persone fragili, che grazie agli aiuti messi in campo a tutti i livelli istituzionali, possono ambire ad una vita a loro misura, rispettosa delle loro fragilità ma anche delle loro potenzialità.”
“La salute mentale – ha commentato Anna Gerola – deve stare a cuore all’intera comunità che partecipa insieme ai professionisti della sanità, alle associazioni di volontariato, alle istituzioni e ai familiari dei malati a una rete di sostegno fondamentale. L’intitolazione della piazzetta a Basaglia ha un valore importantissimo: gli insegnamenti di Basaglia, che hanno cambiato le sorti della psichiatria in Italia, tutt’ora sono alla base della cura dei pazienti che hanno questa tipologia di problemi, perché cerchiamo di prestare loro cure personalizzate,  perché vogliamo che i pazienti siano al centro. E dunque anche tutti i servizi che mettiamo in campo: le strutture nel Mantovano sono assolutamente sufficienti, anche perché i servizi che eroghiamo sono di qualità. Abbiamo diverse tipologie di strutture: dalla cura del paziente all’aspetto riabilitativo. Abbiamo anche le Rems dove ci sono i pazienti autori di reato. La problematica che stiamo vivendo in questo momento – ha concluso Gerola – è la carenza di personale medico psichiatrico, perché in questo momento facciamo fatica a trovare medici, siamo alla continua ricerca di personale da dedicare a questi servizi”

Prima dell’inaugurazione ufficiale, lo psichiatra Giovanni Rossi, ex direttore del dipartimento di salute mentale e tra i promotori dell’intitolazione, ha tenuto un appassionato discorso:  “Franco Basaglia è ancora oggi lo psichiatra italiano più conosciuto al mondo. La ragione sta nel fatto che avendo coniugato simpatia e competenza nella relazione di cura al più rigoroso rispetto della democrazia e dei diritti umani delle persone fragili ha saputo realizzare una pratica terapeutica efficace nel trattamento delle persone i cui disturbi mentali erano, e sono, diagnosticati incurabili. La chiusura dei manicomi, luogo di controllo e di cronicità, è stata la diretta ed inevitabile conseguenza di quanto i “laboratori basagliani” hanno scientificamente dimostrato. C’è stato un periodo in cui l’Italia era piena di tali laboratori. Dosso del Corso, il manicomio di Mantova, è stato certamente uno di questi. A conclusione di tali sperimentazioni la legge 180 ha stabilito il diritto universale a ricevere trattamenti di quella qualità ed efficacia. La piazza italiana si caratterizza da sempre come luogo di incontro, scambio e di socialità. Grazie, dunque, ai cittadini che hanno proposto ed alla Direttrice Generale dottoressa Ramponi che ha deciso di nominare piazzetta Franco Basaglia lo spazio che fu di transizione tra il fuori ed il dentro del manicomio.”