PEGOGNAGA – Teatro Tenda di via Berlinguer a Pegognaga e i moduli scolastici di piazza V. Veneto con tutta probabilità entro settembre 2026, verranno smontati ed alienati. Deì moduli fruiti dalla primaria per dodici anni a causa terremoto 2012, siti in piazza V. Veneto, non più utilizzati dopo la ricollocazione della scuola negli edifici riqualificati E. De Amicis e V. Da Feltre di via Roma, il sindaco Matteo Zilocchi ha parlato nel momento delle comunicazioni in Consiglio comunale, dicendo «Abbiamo avuto un incontro con la facoltà d’architettura dell’ateneo bolognese per intraprendere un percorso partecipato con quanto già iniziato da un gruppo di universitari nell’ambito dell’iniziativa “Largo ai Giovani”. Vogliamo arrivare entro settembre-ottobre 2026 alla definizione di un progetto preliminare che con il giusto supporto accademico focalizzi soluzioni alle varie esigenze».
Tema poi ripreso nel corso delle discussioni sulle Opere Pubbliche. In particolare Viola Messori di RiAttiviamo Pego, in riferimento alla modifica n. 1 al programma triennale del Dup ha rilevato «Vediamo una contrazione di mutuo sul 2025 di 900mila € relativo al cofinanziamento. Poi sul ‘26 circa la riqualificazione di piazza V. Veneto non è prevista alcuna risorsa, tema già emerso nel Dup precedente». Zilocchi «Si tratta di contributo non di mutuo. E’ stato messo nei contributi per la possibilità in tal modo d’accedere ai residui dei conti sisma che verranno conteggiati al fine della riqualificazione. Potrebbe essere che riuscissimo ad evitare l’onere della demolizione dei moduli se altra struttura pubblica, ente, corpo militare o vigili del fuoco, fossero interessati, come sembrerebbe in questo caso. Verrebbero loro a smontarli e rimontarli altrove con la Prevenzione Civile. Ci sono interlocuzioni in atto. Stiamo percorrendo quella strada per evitare di spendere altre risorse. Circa il Teatro Tenda siamo molto più avanti con l’interlocuzione. D’altra parte è una struttura molto più semplice. L’obiettivo è, dove possiamo, di non dover accedere a ulteriori risorse pubbliche, piuttosto che accendere mutui. Tenendo presente che abbiamo quantificato, noi e il Comune di Moglia, quelli che potrebbero essere i costi di demolizione e di ripristino dell’area: l’ammontare inserito nel programma delle opere pubbliche è di 1 milione e 2-300mila, perché è molto ingombrante. C’è anche l’intenzione di sensibilizzare la Regione, in specifico la Struttura Commissariale, affinché, chiusa l’emergenza, qualora rimanessero fondi, come sembrerebbe, possano essere investiti in queste tipologie d’interventi. Noi speriamo in questo perché sono interventi sempre collegati al sisma».
Riccardo Lonardi
















