PEGOGNAGA – Il suo nome rimarrà per sempre legato a quello della storia di Pegognaga della seconda metà del novecento, e oggi il suo paese e tutta la Bassa mantovana piangono la scomparsa di Pietro Truzzi, sindaco di Pegognaga dal 1974 al 1990.
Truzzi, che aveva compiuto 91 anni lo scorso 29 giugno, iniziò giovanissimo a fare politica, fu esponente della Fgci, poi segretario del Pci di Pegognaga, quindi assessore e poi sindaco in anni determinanti per lo sviluppo sociale ed economico del territorio dell’Oltrepò. Fu anche dirigente del Pci, poi Pds, Ds e Pd. Oltre alla politica c’era il suo lavoro di agricoltore che ha svolto fin da quando era un ragazzo. In paese si diceva che la notte studiasse le pratiche amministrative e poi alle prime luci dell’alba fosse già in campagna a lavorare. Solo in alcuni periodi negli anni ’60 lasciò la campagna per diventare funzionario del Pci.
Negli anni dei suoi tre mandati da sindaco Pegognaga conobbe l’istituzione di importanti servizi quali la biblioteca, il parco San Lorenzo e ci fu il rilancio del teatro.
“È stato un grande sindaco, capace di guidare e cambiare il paese e di portarlo da una dimensione prettamente agricola ad una più improntata all’impresa di trasformazione, mettendo in campo servizi innovativi per le persone. Ha servito il proprio paese e l’Istituzione Comunale con grande intelligenza, sensibilità e generosità” dichiara Marco Carra, anche lui già sindaco di Pegognaga e oggi consigliere regionale dem oltre che segretario della locale Sezione del Pd.
“È stato anche un grande dirigente di partito e nel suo lungo percorso politico ed amministrativo ha contribuito, in modo decisivo, al costante rinnovamento della sinistra pegognaghese e del territorio. È stato un esempio di buona e bella politica praticata dall’interno di un grande soggetto politico ed è stata la testimonianza concreta di quanto sia importante la ricerca ed il coinvolgimento di ciò che sta all’esterno di esso, senza dimenticare che c’è molto di positivo anche all’interno di un’esperienza di partito. Sul piano personale devo molto a Pietro. Nei passaggi fondamentali del mio percorso e del mio impegno Pietro mi ha sempre sostenuto con grande convinzione, confortandomi nei momenti difficili e dandomi la carica dinnanzi alle nuove sfide che si presentavano. Dovrà essere cura di ognuno di noi continuare a batterci per una società piu attenta ai bisogni dei più deboli e più giusta; dovrà essere nostra cura farlo con quella sobrietà e quella coerenza che hanno caratterizzato l’impegno pubblico di Pietro e che, oggi, mancano a buona parte delle classi dirigenti” sottolinea Carra.
Ha collaborato Riccardo Lonardi
NOTIZIA IN AGGIORNAMENTO