MANTOVA – Caro bollette, carrello della spesa sempre più pesante per l’aumento dei prezzi dei beni di consumo, rette delle case di riposo alle stelle, pensioni drammaticamente basse e ferme al palo e a bonus governativi già sacrificati per far fronte alle spese di prime necessità. Un contesto a dir poco difficile per gli anziani che preoccupa, non poco, la Cgil di Mantova.
“Siamo molto preoccupati – spiega la Segretaria provinciale Roberta Franzini – per lo scenario economico che si sta presentando all’orizzonte. Molti cittadini e pensionati a causa degli aumenti energetici, si stanno rivolgendo a noi attraverso il Sunia per difficoltà a pagare l’affitto e a Federconsumatori per le utenze”.
Le pensioni sono insufficienti a far fronte a queste spese e “i bonus stanziati del governo – di 200 e 150 euro sono già stati totalmente assorbiti dall’aumento del costo dei beni di prima necessità. Come da dati Istat, il carrello della spesa è cresciuto dell’+10,9%, bisogna tornare indietro al 1983 per trovare un aumento superiore (allora era +11,3%). E non si parla solo di beni energetici, ma anche di servizi ricreativi, culturali, per la cura della persona.
Anche il segretario provinciale dello Spi Cgil di Mantova, Carlo Falavigna, è preoccupato per la situazione economica che si sta delineando e per le conseguenze che questa sta avendo sugli anziani: “Siamo di fronte a scelte terribili, mangiare o curarsi, mangiare o pagare le bollette, mangiare o pagare l’affitto. La media delle pensioni in provincia di Mantova è di 1030€ al mese con notevoli differenze tra la città e la periferia, troppe pensioni si assestano al minimo 524€ e con quella cifra non si raggiunge nemmeno la seconda settimana del mese”.
Da qui un invito al nuovo Governo: “destinare ingenti risorse per lenire questo grido di aiuto che lancia il mondo delle anziane e degli anziani dando continuità al disegno di legge delega approvato dal governo Draghi sulla non autosufficienza”.