MOGLIA (SERMIDE E FELONICA) La bomba ritrovata a Moglia all’interno del cantiere dell’impianto idrovoro è una 250 libbre americana ad esplosione differita, dalla rottura del setto in vetro le sostanze chimiche nella spoletta potevano reagire sino a 144 ore (all’epoca). A spiegarlo è Simone Guidorzi, direttore e curatore del Museo della Seconda Guerra Mondiale del Fiume Po di Felonica, uno dei massimi esperti in Italia di ciò che accadde durante il Secondo conflitto mondiale e quindi anche di ordigni e armi utilizzati durante questo.
“Nella spoletta una fialetta di acetone teoricamente doveva rompersi all’impatto della bomba. Quindi l’acetone avrebbe bagnato dei feltrini di nitrocellulosa che si sarebbero sciolti innescando l’esplosione; più feltrini vi erano più il ritardo era lungo. Con massima quantità di feltrini il ritardo era di 144 ore dovuta al fattore limitante della lunghezza fisica dei feltrini. Il problema di valutazione sta nel fatto che non si sa se questo acetone sia ancora presente all’interno della spoletta e inoltre non si sa se i i filtrini siano ancora imbevuti, tutto dipende dalla corrosione dell’involucro della spoletta. Da procedura l’esercito prende il tempo massimo delle 144 ore perché questa bomba possa esplodere dal momento che è stata rinvenuta e identificata. Solo allora potranno lavorarci in sicurezza (teorica)” conclude Guidorzi.
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