Pescherie, Baschieri: “recupero in alto mare”. Interrogazione a Palazzi sullo stato dei lavori

Accesso al Rio dalle Pescherie

MANTOVA – A che punto è il recupero delle Pescherie di Levante visto che il bando comunale prevedeva inderogabilmente la conclusione dei lavori entro cinque anni dalla aggiudicazione mentre le associazioni aggiudicatrici stimavano nel cronoprogramma dei lavori 54 mesi per il taglio del nastro?”
Se lo chiede il consigliere comunale di Forza Italia Pierluigi Bascheri che sull’argomento ha presentato una interrogazione e che dichiara: “dopo i sei annunci susseguitesi nell’ultimo biennio relativi all’imminente apertura al pubblico della Torre della Gabbia ed al raddoppio delle spese passate da 1,5 ml a 3 ml di euro, dopo i due anni di blocco dei lavori di San Nicolò dovuti alla variante di progetto per preservare il cimitero ebraico ed all’aumento dei costi passati dagli iniziali 18 ml agli oltre 30 ml previsti oggi, è lecito chiedersi a quale punto sia il recupero delle Pescherie di Levante realizzate dal genio di Giulio Romano tra il 1536 ed il 1546. Un immobile scaricato dal Comune e finito nel piano delle alienazioni che il centrosinistra ha voluto intelligentemente recuperare ed evitare che finisse nelle mani di qualche privato per la modica cifra di 240mila euro”.
“Da qui nasce l’idea di mettere in piedi nell’agosto del 2016 una concessione di valorizzazione delle Pescherie di Levante che ha portato alla pubblicazione di un bando digara vinto dalle associazioni “Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani” e “Non Capovolgere-Arte” che a sua volta hanno costituito un nuovo soggetto denominato”Fondazione le Pescherie di Giulio Romano”. Durata del contratto: 30 anni dietro il pagamento di un corrispettivo annuale di 20mila euro annui per il canone di concessione. Costo di ristrutturazione preventivato inizialmente, come previsto dai documenti di gara, in 600mila euro e poi lievitato in 1.180.000 euro come si può evincere dal sito nazionale dedicato ai progetti candidati all’Art bonus. Strumento finanziario voluto dall’ex ministroFranceschini per recuperare fondi da destinare alla riqualificazione del patrimonio culturale pubblico italiano grazie ad un credito di imposta del 65% a favore dei donatori. Ad oggi, grazie alle erogazioni liberali dei privati ed ai contributi delle fondazioni bancarie, si sono raccolti 221.500 euro, un bel gruzzolo ma non sufficiente per concludere i lavori di ripristino del monumento giuliesco che risulta ancora chiuso al pubblico ed avvolto nel silenzio della politica locale” continua Baschieri secondo il quale di fatto la riqualificazione del comparto Pescherie-Beccherie come volano di sviluppo di città d’acqua con il recupero e messa a disposizione della sala polivalente, della sala ogivale, della realizzazione di una caffetteria aperta ai mantovani e l’utilizzo della riva del Rio sono più che mai in alto mare.
“Impossibile non interrogare il Sindaco Mattia Palazzi, nonché assessore alla cultura della città, che aveva annunciato una operazione unica per il rilancio del centro storico conprotagoniste le Pescherie. Doveroso chiedergli a che punto sia realmente il recupero della Pescherie di Levante e quali siano i rapporti tra il concedente (Comune) e la fondazione (concessionario). Nonostante la buona volontà delle associazioni culturali mantovane il rischio è quello di dilatare sine die il recupero di un’opera che i mantovani attendevano per il rilancio del centro cittadino. Nel frattempo la politica mantovana tace silenziosamente”.

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