MANTOVA – «L’attenzione sul tema Peste suina africana deve essere tenuta altissima, si tratta di un’emergenza da non sottovalutare assolutamente. In tempi di Covid, sappiamo purtroppo cosa significhi il diffondersi a macchia d’olio di una patologia di questo tipo. Ne va della sopravvivenza del settore suinicolo mantovano e lombardo». A dirlo è Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova, a pochi giorni dall’annuncio dei provvedimenti presi dal Mipaaf per cercare di impedirne la diffusione anche in Italia: «Il mondo allevatoriale è in allerta – aggiunge Stefano Salvarani, presidente regionale
della sezione suinicola di Confagricoltura – dal momento che, oltre alla Germania, è stato rilevato di recente anche un caso di Psa in Francia. Ricordo che la malattia non è assolutamente pericolosa per l’uomo, ma rappresenta un grave rischio per il nostro comparto zootecnico. I nostri allevamenti stanno rispettando tutte le più stringenti misure di biosicurezza, ma il problema sono i cinghiali selvatici, principali vettori della malattia».
Nel mondo attualmente più di 50 stati sono stati colpiti dalla Psa, che ha causato la perdita di oltre 7 milioni di animali solamente in Asia, con conseguenti squilibri anche sui mercati. «In altre province – prosegue Salvarani – ci sono squadre di contenimento cinghiali che stanno lavorando molto bene. Nel mantovano non mi risulta ve ne siano, invito i nostri allevatori a sensibilizzare al meglio le autorità sul tema. Come Confagricoltura auspichiamo che vengano presi al più presto gli opportuni provvedimenti, la posta in gioco è troppo importante». Con più di un milione di capi, Mantova è seconda solo a Brescia come consistenza degli allevamenti suinicoli in Lombardia.
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