Pfizer, Ema: seconda dose a 42 giorni non sarebbe un problema. Vaccini mRna promettenti contro la variante indiana

Stiamo monitorando molto da vicino i dati sulla variante indiana e ci sono evidenze promettenti sulla possibilità che i vaccini a mRna siano in grado di neutralizzarla

Somministrare la seconda dosi di Pfizer-BioNTech entro 42 giorni dalla prima non “sarebbe un grosso problema”. Lo ha dichiarato il responsabile della strategia dei vaccini dell’Ema, Marco Cavaleri in conferenza stampa. “La raccomandazione nelle informazioni del prodotto parlano di un intervallo di tre settimane perché è ciò che è stato studiato nei test clinici che hanno portato all’approvazione di questo vaccino”, ha detto Cavaleri che ha aggiunto: “tuttavia è importante sottolineare che nei test clinici la seconda dose era autorizzata in una finestra fino a 42 giorni e in alcuni casi il richiamo è stato fatto oltre le tre settimane entro i 42 giorni”.
“Questi aspetti sono riportati nelle informazioni sul prodotto e per ciò possiamo considerare che somministrare la seconda dose in un intervallo prolungato fino a 42 giorni non sarebbe una deviazione dalla raccomandazione e non verrebbe considerato come un uso del vaccino fuori dalle condizioni autorizzate. Certamente, se la proposta è andare oltre 42 giorni, sarebbe una deviazione. Ma tenerla in questo intervallo non dovrebbe essere un grosso problema” ha spiegato chiarito Cavaleri.
“”Sono in corso di valutazione” i dati dei trial clinici sul vaccino Pfizer nella fascia d’età degli adolescenti “nell’intenzione di approvare un’estensione d’uso anche per questa popolazione. Puntiamo ad accelerare questa procedura per poter arrivare a un’opinione alla fine di questo mese” ha aggiunto Cavaleri che, a proposito delle varianti ha detto: “stiamo monitorando molto da vicino i dati sulla variante indiana e ci sono evidenze promettenti sulla possibilità che i vaccini a mRna siano in grado di neutralizzarla”.

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