MANTOVA – Il Poma? Un ospedale a misura di bambino. E’ stata rinnovata per altre tre anni, infatti, la certificazione di qualità che l’ASST di Mantova ha all’attivo ormai da sei, dopo il superamento del secondo esame previsto dall’iter certificativo, che si è tenuto lo scorso 5 febbraio. Un bel risultato che conferma così la presenza dell’azienda nella rete degli ospedali certificati secondo la Carta dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti in Ospedale ABIO/SIP, redatta dalla Fondazione Associazione Bambino In Ospedale (ABIO) Italia in collaborazione con la Società Italiana di Pediatria (SIP).
Il documento riprende la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 1989 e si ispira alla Carta di EACH del 1988, adattandole all’attuale situazione italiana anche sulla base della trentennale esperienza di volontariato ABIO.
La certificazione, fortemente voluta dalla direzione strategica, ha coinvolto tutti gli operatori della Pediatria di Mantova, diretta da Silvia Fasoli, che è anche referente aziendale del progetto, con il supporto del Pronto Soccorso ed Emergenza Pediatrica e dell’Area Chirurgica e dei Servizi.
Il progetto è stato coordinato dalla Struttura Qualità, Accreditamento e Risk Management, diretta da Enrico Burato, con il contributo di Giovanna Mezzadrelli per quanto riguarda la gestione della formazione e dello sviluppo delle competenze dei professionisti interessati dai percorsi pediatrici.
«Il rinnovo di certificazioni così importanti – ha dichiarato il direttore generale Raffaello Stradoni – testimonia lo sforzo continuo dei professionisti nella ricerca di un approccio basato sulle evidenze e sull’umanizzazione dei servizi, in particolare per le fasce più fragili come quelle dei bambini e degli adolescenti che necessitano di percorsi mirati con una visione multidisciplinare. Un grande ringraziamento – ha concluso – va ad ABIO che ha ideato nel 2008 questa certificazione e che ogni giorno, con la presenza dei suoi volontari, aggiunge valore tangibile alla cura dei bambini nonché a tutte le associazioni che operano nel nostro ospedale, in particolare ABEO, grazie alle quali è stato possibile rendere gli ambienti davvero a misura dei nostri piccoli pazienti».