SAN BENEDETTO PO – C’è ottimismo dopo l’incontro in Regione sul ponte di San Benedetto Po al punto che c’è chi azzarda ad ipotizzare il raggiungimento di un accordo tra Provincia e Toto per il ritiro dei contenziosi legali e la conseguente ripresa dei lavori già nel prossimo vertice che dovrebbe essere fissato la prossima settimana.
L’incontro odierno è stato organizzato a Milano, dunque in presenza al contrario di quello della scorsa settimana, e ha visto la partecipazione di Provincia, Toto, l’assessore regionale alle infrastrutture Claudia Maria Terzi, i sindaci di san Benedetto Po Roberto Lasagna e Bagnolo San Vito Roberto Penna, nonchè il consigliere regionale Alessandra Cappellari e il dirigente Roberto Cerretti, entrambi in rappresentanza della Struttura commissariale per il post sisma.
Pare che l’assessore Terzi abbia incalzato più volte i due contendenti, dunque Provincia e Toto, per far si che questi arrivino il prima possibile un accordo. Sul tavolo sono state messe tutte le criticità che hanno causato lo stop dei lavori, comprese le ragioni che hanno portato Toto a citare in tribunale la Provincia e viceversa. Tra queste la questione della caserma dei carabinieri di via Chiassi in città.
Il bando per la gara d’appalto infatti prevedeva che la Provincia cedesse a chi si fosse aggiudicato i lavori la proprietà dell’immobile, valutato 3 milioni e 800 mila euro. Cifra che andava ad aggiungersi ai 30 milioni di euro stanziati dalla Regione.
Toto contesta oggi questo passaggio perchè sostiene che, non avendo Palazzo di Bagno rinnovato il contratto d’affitto con il Ministero, l’immobile ha perso parte del suo valore. L’azienda vuole quindi i 3 milioni e 800 mila euro in denaro.
Dall’altra parte la Provincia sostiene che non si può cambiare un contratto frutto di una regolare gara d’appalto che Toto ha altrettanto regolarmente firmato.
Come se ne esce? Sembra che interverranno anche dei giuristi per sbrogliare la complicata situazione ma il tutto lascia pensare che si procederà con una transazione.
Sul tavolo è stata messa anche la questione dei tempi di chiusura del cantiere ma su questo nessuno dei partecipanti, nè da parte dell’azienda nè delle istituzioni, vuole dire approfondire l’argomento. Si dice sia stato imposto un “no comment della Regione” sul vertice e chissà per quale motivo visto che i cittadini hanno tutto il diritto di sapere cosa succederà, sia perchè i 33,8 milioni di euro per la costruzione del ponte sono loro essendo fondi pubblici e sia per i pesantissimi danni che hanno subito e stanno subendo a causa dei ritardi nella realizzazione del manufatto. Ma appunto, ormai i ritardi accumulati fanno venire meno qualsiasi certezza riguardo ogni possibile data di fine lavori. L’esperienza purtroppo è la migliore maestra.