Porto, tromba d’aria: il Comune pronto a chiedere aiuto alla Regione

PORTO MANTOVANO – Proseguirà sino a giovedì prossimo la conta dei danni a Porto Mantovano dovuti alla tromba d’aria di domenica scorsa con le relative segnalazioni di quanto subito da parte dei privati.
Le schede pervenute riguarderebbero già alcune decine di fabbricati, tra case e aziende.
E proprio alla luce delle tante segnalazioni arrivate il Comune cercherà di capire se c’è la possibilità di un sostegno da parte della Regione, si sta anche valutando la richiesta di stato di calamità anche se prima bisognerà aver ben chiara l’entità dei danni e la vastità dell’area in cui questi si sono verificati.

Intanto oggi la deputata mantovana del Pd Antonella Forattini è intervenuta oggi alla Camera in replica alla risposta del ministro della Protezione Civile Nello Musumeci, interrogato sullo stanziamento dei fondi necessari per gli interventi in favore dei cittadini danneggiati dal maltempo abbattutosi sulla Lombardia nel luglio 2023. “Vengo da una provincia, quella di Mantova, che domenica è stata colpita da una violenta tromba d’aria, è necessario lavorare non sull’emergenza ma sulla prevenzione”.  L’interrogazione, a firma dei deputati Forattini e Girelli, era stata presentata nell’agosto scorso, ma la risposta è arrivata soltanto oggi.
“È in corso di coordinamento, da parte degli uffici del Ministero dell’Interno, l’individuazione dei criteri da applicare per il riparto delle risorse economiche” ha annunciato il ministro Musumeci.
Nel riprendere la parola, Forattini ha denunciato l’insufficienza delle risorse stanziate ad oggi dal Governo, pari a 9,43 milioni di euro, rispetto a un ammontare di danni pari a 1,65 miliardi di euro, di cui 70 milioni solo per la provincia di Mantova, confermati dall’assessore regionale alla Sicurezza e Protezione Civile Romano La Russa.”Le devastazioni causate dai cambiamenti climatici sono ormai all’ordine del giorno” ha dichiarato Forattini “a mio avviso è necessario operare affinché i territori siano pronti ad affrontare, e non solo a subire, le conseguenze degli eventi estremi. Dobbiamo considerare i cambiamenti climatici come un assunto e non fatti eccezionali ed è per questo che si deve lavorare sulla prevenzione, dal momento che l’emergenza sembra essere, purtroppo, la nuova normalità”.

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