Prefettura di Mantova al collasso: organico dimezzato. “Senza risposte, sarà sciopero”

Dalla Prefettura nessuno stop per ora alla mobilità, ma la raccomandazione di spostarsi il meno possibile. Indicazioni per i datori di lavoro

MANTOVA – Salari fermi da anni, organici ridotti all’osso, carichi di lavoro ormai insostenibili e la richiesta di un maggiore ricorso allo smart working. È questo il quadro di forte preoccupazione che accomuna i dipendenti delle prefetture lombarde, compresa quella di Mantova, e del personale in servizio presso le Questure.

Questa mattina si è svolta un’assemblea sindacale regionale in videoconferenza per affrontare le criticità del comparto. I dati sono allarmanti: nel Mantovano la copertura dell’organico (che dovrebbe prevedere un centinaio di persone) è appena del 55% rispetto al previsto, con picchi che arrivano all’80% di scopertura tra i funzionari economico-finanziari. A peggiorare la situazione, si aggiungono nuovi pensionamenti imminenti che rischiano di aggravare ulteriormente la carenza di personale.

Nel frattempo, a Milano, si è tenuto un sciopero simbolico di un’ora promosso dalle sigle sindacali Uilpa, FP Cgil e Confsal Unsa: un evento senza precedenti dal 1981. Un segnale forte di malessere che, in assenza di risposte concrete da Roma, potrebbe preludere a uno sciopero nazionale e ad un presidio di fronte la sede del Ministero.

Tra le richieste il cambio dell’attuale meccanismo di reclutamento: che assegna spesso alle prefetture lombarde personale proveniente da altre regioni, che dopo un breve periodo chiede il trasferimento nella propria zona d’origine. Un sistema che alimenta il divario tra Nord e Sud e mette in difficoltà gli uffici lombardi, ormai in affanno nel garantire anche le attività ordinarie.

Una situazione che – dicono i sindacati -, se non affrontata con misure strutturali, rischia di compromettere l’efficienza di un’istituzione cruciale come la Prefettura, vero e proprio cuore dell’amministrazione statale sul territorio.