MANTOVA – Dall’Ucraina a Mantova per continuare la dialisi interrotta dalla guerra, viene salvato dai cardiochirurghi del Poma. La storia di Serhii Holovko, 39 anni, fuggito in Italia per poter proseguire le cure indispensabili alla sua salute, è una storia di speranza e di solidarietà internazionale. Lascia il Donbass insieme alla moglie e al figlio di 12 anni il 2 aprile, grazie al contatto con una zia mantovana, che ospita la famiglia a casa sua. Il conflitto in corso impedisce all’uomo di sottoporsi alla terapia che segue da circa tre anni. Lui si rivolge quindi alla parente residente in terra mantovana.
L’associazione interforze sicurezza sociale gruppo ISG Fed. Corp con sede a Mantova, che ha come referente Flora Gyger, lo aiuta. Segue le fasi di partenza, viaggio e accoglienza e fa in modo che sia ricoverato nel reparto di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale cittadino il 6 aprile. Durante il trattamento dialitico il giovane accusa dolore toracico e gli viene riscontrata una grave coronaropatia, già nota a seguito di esami eseguiti a marzo in Ucraina. L’emergenza non consente però di procedere con l’intervento chirurgico consigliato.
I professionisti dell’ospedale di Mantova trasferiscono quindi tempestivamente Serhii in Unità Coronarica e due giorni più tardi lo operano: i medici Nicola Pederzolli e Annalisa Moggi dell’equipe di Cardiochirurgia, diretta da Manfredo Rambaldini, effettuano un triplice bypass coronarico. Dopo alcuni giorni di Rianimazione il malato viene ricoverato in Cardiochirurgia dove si trova tuttora, monitorato e sottoposto a dialisi. Ha già iniziato la fisioterapia cardiorespiratoria e il suo percorso si concluderà con il trasferimento in Riabilitazione Cardiorespiratoria per completare il recupero funzionale. “Un paziente complesso e molto compromesso, che necessita di un trattamento multispecialistico, al quale l’ospedale di Mantova sta dando un ottima risposta”, commentano i professionisti del Poma.
“I nostri volontari – spiega il responsabile dell’associazione ISG Cosma Abbruzzese – sono impegnati sia negli aspetti burocratici che in quelli assistenziali. Ci occupiamo delle terapie, dei beni di prima necessità, dell’alloggio. Stiamo inoltre cercando di promuovere iniziative di alfabetizzazione a favore dei profughi e di formazione in lingua ucraina per gli addetti al settore. A Mantova stiamo assistendo circa 15 famiglie, in aggiunta ad altri ucraini”.