MILANO – Un progetto di legge di iniziativa popolare per cambiare la sanità lombarda, a presentarla ieri durante i lavori a Palazzo Pirelli è stato il gruppo regionale lombardo del Partito Democratico durante la prima conferenza regionale sulla sanità dal titolo “la Salute è un diritto”. Quattro i principi che vengono introdotti: universalità del servizio, centralità della prevenzione, priorità dei servizi territoriali, governo pubblico degli erogatori.
Il consigliere Marco Carra, che ha coordinato uno dei panel della conferenza regionale, “Diritto alla salute e contrasto alla grave marginalità, a cui hanno partecipato tra gli altri Don Massimo Mapelli (Caritas Ambrosiana), Cecilia Strada (ResQ) e Cristina Cattaneo, professoressa di medicina legale UNIMI, ha lanciato in apertura il progetto: “la sanità è un diritto universale riservato all’individuo, bisogna invertire la tendenza dell’impoverimento generale (i nuovi poveri sono quelli che lavorano) e di quelli che non possono più permettersi di curarsi investendo più risorse nella sanità pubblica, nella pubblica istruzione e nel diritto al lavoro”.
Il progetto di legge, composto da due articoli, è una modifica della legge regionale n. 33 del 2009, come modificata dalle riforme Maroni del 2015 e Fontana-Moratti del 2021. L’intento è quello di riscrivere i principi, togliendo l’equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata e obbligando la Regione a fare programmazione e a governare l’offerta fornita dagli operatori privati, indirizzandoli verso le prestazioni maggiormente necessarie. La modifica dei principi, se approvata, porterebbe con sé la necessità di modificare di conseguenza tutto il resto della legge.
“Il Pd – spiega il consigliere regionale Pd Marco Carra – ha scelto lo strumento della legge di iniziativa popolare, su cui nelle prossime settimane inizierà la raccolta firme, per forzare il Consiglio regionale, come da regolamento, ad esprimersi entro nove mesi.
Dopo un anno di governo della nuova giunta Fontana, registriamo che la sanità pubblica è tutta da ricostruire. Dopo la bocciatura del referendum in cui chiedevamo di togliere l’equiparazione tra pubblico e privato, oggi presentiamo una legge di iniziativa popolare che mira a modificare i principi di fondo attraverso i quali si determinano le scelte in sanità a livello regionale, a partire dal proprio dal tema dell’equivalenza tra pubblico e privato, perché questo significa inevitabilmente andare verso la privatizzazione. Concretamente noi vogliamo che venga realizzato il centro unico di prenotazione per la gestione delle liste d’attesa entro dodici mesi e non entro tre anni come annunciato dall’assessore Bertolaso, con il vincolo, sancito per legge, che se privato non aderisce al Centro unico di prenotazioni non riceve risorse pubbliche. Con la nostra legge, inoltre, cerchiamo di riorganizzare i servizi territoriali, oltre che gli ospedali. Questa è una grande sfida – conclude Carra – e anche a Mantova procederemo al più presto con la raccolta delle firme”.