MANTOVA – 20 agosto, operaio cade dal ponteggio e fa un volo di 2 metri, 26 agosto cede il tetto in amianto, operaio in gravissime condizioni, 4 settembre cade dal tetto da 8 metri, morto un 46enne, e poi quello di oggi 22enne cade dal tetto da un’altezza di 5 metri : 4 cadute dal tetto in un arco di tempo brevissimo, nemmeno 20 giorni. Uno gravissimo e un morto.
“E’ fortemente arrivato il momento di ricominciare con la formazione – dichiara il responsabile del servizio Psal (Prevenzione sicurezza ambienti di lavoro) di Ats Val padana, Alberto Righi – non è possibile dopo aver più volte sollecitato le associazioni datoriali e i lavoratori che continuino a verificarsi infortuni di questo tipo con cadute dall’alto perchè si cammina su coperture non portanti o non si usano le dotazioni di sicurezza“.
“Bisogna affidarsi ad imprese serie, troppo spesso vediamo cantieri con appalti e subappalti che a volte è difficile quasi risalire e chi fosse il datore di lavoro o di chi fosse dipendente l’infortunato” – prosegue Righi che fa un appello: “A breve convocherò una riunione con tutte le parti in causa, vale a dire associazioni di categoria, sindacati e associazioni datoriali perchè dobbiamo assolutamente richiamare tutti al senso di responsabilità sulla sicurezza, bisogna porre più attenzione a quello che si fa e a come lo si fa”.
Anche l’inasprimento delle sanzioni e la chiusura dei cantieri sembra non essere un deterrente utile “Deve proprio cambiare la cultura sulla sicurezza – conclude Righi – altrimenti una volta che il cantiere è riaperto, che si è pagata la multa, se uno non mette in pratica quello prescritto siamo punto e a capo e continueremo a contare gli infortunati”.
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