QUISTELLO – È il primo documento che ha affrontato il tema ambientale e, a dieci anni dalla sua pubblicazione, l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco è ancora attuale per i concetti di ecologia integrale, gli stimoli alla difesa dell’ambiente, l’invito a prendersi cura della terra come casa comune.
È il messaggio emerso oggi durante il 14º convegno per le celebrazioni di Sant’Antonio Abate organizzato da Coldiretti di Quistello (con l’impegno del visionario Mauro Piva), e che ha visto la partecipazione del direttore di Coldiretti Mantova, Giuseppe Ruffini, e del presidente Fabio Mantovani.
“L’agricoltore è attento al territorio e ne è custode – ha detto Don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale, problemi del lavoro e sociali della Conferenza Episcopale Italiana -. L’enciclica è un invito alla riflessione e alla conversione ecologica, così la chiama Papa Francesco, come elemento chiave per assicurare un futuro alle prossime generazioni”.
Nel complesso, negli ultimi dieci anni su alcuni temi legati all’ambiente, all’ecologia e alla sostenibilità, per non parlare degli aspetti legati ai cambiamenti climatici, vi sono ancora lacune da colmare.
“La cultura della cura indicata nell’enciclica di Papa Francesco – ha spiegato il professor Gianluigi Bacchetta, docente di Botanica dell’Università di Cagliari – deve promuovere equilibri ed ecosistemi che garantiscano la biodiversità, passando da un approccio antropocentrico ad un approccio ecosofico, favorendo l’economia circolare e il riuso”.
La sfida è molto ampia e impegnativa, eppure, ha puntualizzato il professor Andrea Piccaluga, docente di Management ed economia delle imprese all’Università Sant’Anna Di Pisa, “le aziende virtuose non mancano e non soltanto in agricoltura”, come testimoniato nel suo libro “Sorella economia”, dove l’impronta del francescanesimo si permea dell’attenzione all’uomo, all’economia, all’ambiente, ai dipendenti e alla società nel suo complesso.
Se “l’attenzione all’ambiente, l’economia circolare e alla transizione ecologica sono parte del Dna degli agricoltori, che investono in tecnologie e innovazione – come ha ribadito il presidente della federazione provinciale di Coldiretti, Fabio Mantovani, – il futuro dovrà vedere rapporti sempre più stretti fra imprese agricole, territorio e comunità rurali per perfezionare una sostenibilità che dovrà essere non soltanto di natura ambientale, ma soprattutto economica e sociale”.
Una posizione condivisa anche dall’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Alessandro Beduschi, che nel messaggio inviato si è detto “convinto che le soluzioni ai grandi problemi ambientali richiedano quella coraggiosa rivoluzione culturale evocata dal Santo Padre, una rivoluzione che sappia tenere insieme il rispetto per la biodiversità, la giustizia sociale e la consapevolezza del debito ecologico che dobbiamo ai popoli meno fortunati e alle generazioni future”.
Come da tradizione, la statua di Sant’Antonio Abate, patrono degli allevatori e protettore degli animali, è stata affidata per l’anno 2025 da Coldiretti Quistello a don Giovanni Telò, parroco locale, studioso, giornalista e accademico virgiliano, nominato recentemente Cavaliere della Repubblica.
I dettagli nel video servizio con le interviste a don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale, problemi del lavoro e sociali della Conferenza Episcopale Italiana e al presidente di Coldiretti Mantova Fabio Mantovani