MANTOVA – Sono 35 di le persone, già pregiudicate per reati di varia natura, per le quali il Questore di Mantova Paolo Sartori ha emesso la misura di prevenzione personale del foglio di via obbligatorio con divieto di fare ritorno nel comune di Serravalle a Po per periodi variabili da uno a tre anni. Il provvedimento è stato emesso nei confronti di coloro che avevano partecipato al rave party svoltosi il 7 luglio scorso, in località Cirene di Serravalle a Po, in un’area rurale di proprietà del Demanio.
In quel contesto, a seguito di un controllo svolto dalla Polizia Stradale di Mantova in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza durante lo svolgimento di una manifestazione organizzata senza alcuna preventiva autorizzazione, erano stati infatti identificati e denunciati in ordine ai reati di “invasione di terreni od edifici, organizzazione di eventi senza autorizzazione del Questore, inquinamento acustico ed ambientale”, numerosi giovani, residenti nelle Province di Brescia, Modena, Cremona, Trento, Sondrio, Genova, Napoli, Parma, Verbania, Lodi, Varese, Reggio Emilia, Novara, Monza, Pavia, Milano.
Rave che aveva visto moltissime persone raggiungere il luogo a piedi, camminando pericolosamente lungo il margine della strada, dopo essere giunti nella nostra Provincia a bordo di treni o mezzi di fortuna, altri con le proprie autovetture.
Un plauso al provvedimento di Sartori è arrivato dall’assessore regionale alla Sicurezza, Polizia Locale e Immigrazione Riccardo De Corato che ha detto: “Mantova adotta la linea dura contro i rave party illegali, le feste in luoghi occupati abusivamente, dove musica alta, droga e alcool la fanno da padroni. Questo e’ sicuramente un modo incisivo per sconfiggere queste feste fuori dalla legalita’. A questi raduni partecipano migliaia di ragazzi che, quasi sempre, sono certi di farla franca. Forse da oggi, pero’, lo saranno un po’ meno”
“A Milano e nell’hinterland, in passato, zone come il Parco Lambro, l’ex provveditorato in via Ripamonti, la Stazione Centrale, Cassina de’ Pecchi e Cesano Boscone – ricorda De Corato – sono state invase da raduni illegali simili a quello mantovano . Mi auguro che in futuro questa misura possa essere adottata anche da altri Questori. E’ infatti avvilente – conclude – vedere, i giorni successivi ai raduni, filmati postati sui social media dove puntualmente si sottolinea che nessuno e’ intervenuto per far cessare la festa”.