MANTOVA – Le trattative sull’utilizzo del Recovery Fund non hanno coinvolto le parti sindacali e il dibattito che ne è conseguito impensierisce le organizzazioni dei lavoratori. Paolo Soncini della UIL è scettico perché dalle bozze di questi giorni manca un accento forte sulla redistribuzione della ricchezza e sul mondo del lavoro: “il piano di investimento rappresenta una straordinaria opportunità per fare un salto in avanti e cambiare un paradigma sociale obsoleto che produce diseguaglianze”.
Per il sindacato c’è lo spettro di una recessione con migliaia di lavoratori sottopagati e disoccupati al termine del blocco dei licenziamenti; in tutto questo la mancata convocazione dei confederali da parte del Governo è un segnale poco confortante.
“Nelle bozze – spiega Soncini – c’è l’idea di far piovere incentivi e decontribuzioni alle imprese senza condizioni, questo significa non avere un’idea del Paese di domani e tentare di salvare il salvabile. E’ invece necessario focalizzarsi su adeguate misure di sostegno al reddito dei lavoratori, sull’avvio di adeguati programmi di investimento per rimettere in moto l’economia e per ricreare opportunità di sviluppo, di formazione e di lavoro di qualità: questa è l’unica strada per non trovarsi impreparati di fronte agli scenari di crisi economica previsti per il nuovo anno».
Anche il tema della sanità, più volte richiamato dalla UIL durante la pandemia, è al centro di una riflessione critica del segretario UIL di Mantova-Cremona: “37 miliardi di tagli hanno messo in ginocchio la sanità pubblica, specie quella di prossimità. Vedere solo 9 miliardi nelle bozze del recovery plan senza un piano di assunzioni non ci convince minimamente”. L’appello del sindacato alla politica è quello di avere più coraggio e di fare in modo che in questa fase critica parta una grande riforma di redistribuzione della ricchezza e di tutela dei soggetti più deboli della società.