MANTOVA – Un deciso sì al Referendum Giustizia sulla separazione delle carriere arriva dall’Unione Camere Penali Italiane. I referenti del territorio hanno presentato oggi il “Comitato per il Sì”, che si impegnerà a informare la popolazione e a spiegare le ragioni della riforma, ritenuta necessaria per arrivare a una giustizia più equa e credibile.
Nel corso dell’incontro, ospitato nello studio dell’avvocato Sebastiano Tosoni, presidente della Camera Penale di Mantova, sono state illustrate le motivazioni a sostegno del sì, a partire dall’esigenza che il giudice sia libero da vincoli e influenze e distinto da chi esercita l’azione penale. Una condizione considerata essenziale per restituire fiducia e autorevolezza al sistema giudiziario. L’avvocato Andrea Cavaliere, membro di giunta dell’Unione Camere Penali Italiane, ha chiarito che «questa riforma non è contro la magistratura, ma è essenziale per introdurre in Italia il giusto processo, nel quale il giudice sia imparziale e non un collega del pubblico ministero come avviene attualmente, poiché entrambi rispondono al medesimo Consiglio superiore della magistratura. La terzietà del giudice è una condizione fondamentale».
La riforma prevede infatti l’istituzione di un secondo Csm, dal momento che la condivisione dello stesso organismo di autogoverno per carriere, nomine e trasferimenti non viene ritenuta conforme ai principi del giusto processo.
Tosoni ha sottolineato come la separazione delle carriere possa contribuire a ridurre il rischio di errori e le conseguenze negative per i cittadini: «Non c’è alcuna connotazione politica nel nostro impegno, ma solo la volontà di migliorare la giustizia dal punto di vista tecnico, portando anche in Italia un sistema già adottato nella quasi totalità dei Paesi europei eccezion fatta per Romania, Bulgaria e Turchia».
Sulla stessa linea l’avvocato Maria Luisa Crotti, presidente della Camera Penale Lombardia Orientale, che ha ribadito le ragioni del sì: «È necessario mantenere un’assoluta autonomia, perché in un contraddittorio tra accusa e difesa i magistrati non possono essere colleghi. Troppo spesso, ad esempio nella fase preliminare, le richieste del pubblico ministero vengono accolte integralmente, con il rischio di viziare il giudizio e danneggiare l’esito del processo. In questo modo si potrebbero limitare, per quanto possibile, anche gli errori giudiziari».
Secondo gli avvocati, la separazione delle carriere renderebbe autonomi giudici e pubblici ministeri, dando piena attuazione ai principi costituzionali e distinguendo nettamente chi giudica da chi esercita l’accusa. È stata inoltre evidenziata la scarsa trasparenza dell’attuale sistema, nel quale i ruoli tendono a confondersi, e ribadita la necessità di garantire l’indipendenza della magistratura da ogni condizionamento ideologico, politico e corporativo. Crotti ha infine richiamato il tema del sorteggio dei componenti del Csm, una modalità che dovrebbe favorire il merito e la competenza rispetto alle logiche di corrente che oggi influenzano nomine e carriere.
In chiusura Tosoni ha illustrato il ruolo dell’Alta Corte disciplinare prevista dalla riforma e oggetto del referendum: «L’Alta Corte avrà il compito di giudicare eventuali comportamenti di rilievo disciplinare dei magistrati, funzione oggi svolta dal Csm, con l’obiettivo di garantire un giudizio equo e indipendente».
Il Comitato per il Sì sarà presente il 20 dicembre in centro a Mantova, in piazza Martiri di Belfiore, per incontrare i cittadini e informare la popolazione sulle ragioni del referendum. Iniziative analoghe sono previste anche ad Asola, Castiglione delle Stiviere, Bozzolo, Viadana, Revere e Gonzaga, per sostenere una battaglia che, secondo i promotori, mira a restituire credibilità e autorevolezza alla magistratura nell’interesse di tutti i cittadini.
Elisabetta Romano
















