MANTOVA – Anche i riders, un centinaio nel mantovano, cominciano a intravedere qualche raggio di luce fra le nuvole della precarietà e dell’incertezza, anche di diritti e tutele, che ha caratterizzato fino ad oggi il loro importante lavoro di consegne a domicilio per colossi del food delivery. A tracciare la rotta JustEat che ha deciso di procedere con 3mila assunzioni di rider entro il 2021 e 50 già entro fine marzo. La subordinazione diverrà l’unica metodologia di assunzione, ma ora il confronto con i Sindacati è aperto sulla tipologia di contratto in cui questi lavoratori dovranno essere inquadrati. Lo scorso 18 febbraio Cgil ha incontrato i vertici di Just Eat per proseguire il confronto soprattutto sull’ultimo tema accennato. Si sta discutendo fra l’applicazione di un CCNL già esistente, la logistica e i trasporti ad esempio, e la possibilità di adottare un regolamento aziendale applicando solo i minimi contrattuali. Un nodo non ancora sciolto, ma di fondamentale importanza.
“Per quanto ci riguarda – spiega Elena Turchi, coordinatrice provinciale di Nidil Cgil Mantova – sosteniamo l’applicazione per i rider di un CCNL già esistente, come logistica e trasporti, che garantirebbe ai rider maggiori tutele, diritti e certezze. In particolare, come Nidil Cgil stiamo spingendo per l’applicazione di un CCNL esistente per poi di aprire una contrattazione per contemperare diritti e tutele per i lavoratori con la necessaria flessibilità e il fisiologico incremento dei costi derivante dal passaggio della totalità dei rapporti di lavoro da ‘autonomi’ a ‘subordinati’”.
in attesa di comprendere il quadro più complessivo delle scelte della Azienda, le condizioni di assunzione che verranno proposte ai primi rider che, a partire dal mese di marzo lavoreranno con il modello Scoober (a Monza), saranno condizioni che JustEat TakeAway proporrà unilateralmente, a partire dalla paga oraria di 7,50 euro, peraltro già formalmente comunicata agli organi di stampa anche dopo l’incontro precedente.
“A fronte di una decisione che non possiamo che apprezzare – precisa Elena Turchi – perché vedrà riconoscere ai lavoratori di Just Eat tutti i diritti tipici della subordinazione, rimane aperta una riflessione da parte aziendale sulle modalità con cui approdare a questo nuovo modello di organizzazione del lavoro”.
E a rafforzare la posizione e le richieste del Sindacato anche l’indagine della Procura di Milano che l’altro giorno ha inviato verbali a società del settore (Uber Eats, Glovo, JustEat e Deliveroo) in cui si impone l’assunzione di circa 60.000 collaboratori in tutta Italia.
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