Rinaturazione Po, Confagricoltura dice no. Cortesi: “Il progetto non incontra le nostre esigenze”

MANTOVA – È un secco “no” quello che il presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi, ribadisce in merito al progetto di rinaturazione del Po, il cui iter è alle battute iniziali, dopo la pubblicazione dell’elenco delle aree da vincolare o sottoporre ad esproprio. Un intervento che, in totale, impegnerebbe circa 357 milioni di euro, provenienti dal Pnrr, e coinvolgerebbe oltre cento comuni del bacino padano.
“Si tratta di un progetto regressivo e potenzialmente pericoloso per la natura – spiega Cortesi – dal momento che, invece di pensare ad una vera e propria bacinizzazione del Po, che sarebbe utilissima per l’agricoltura e la navigazione, si preferisce disperdere ulteriormente le sue acque, facendole confluire in veri e propri “meandri morti”, oggi asciutti”.

Senza contare poi la questione pioppi: «Il progetto in essere – spiega Fabio Boccalari, presidente nazionale e provinciale della sezione economica pioppicoltori di Confagricoltura – comporterà una perdita di 6/8mila ettari di pioppi, solo nelle sue fasi iniziali. Tale cifra è destinata solo ad aumentare, e siamo rammaricati per il fatto di non essere mai stati interpellati quali attori principali della gestione di aree rivierasche e golene del Po”. Cosa fare dunque? “Contestiamo le tempistiche e le modalità del progetto – prosegue Boccalari – e chiediamo dunque che venga messa in atto un’interlocuzione seria, che tenga conto delle numerose attività economiche che gravitano attorno al Po. Si vorrebbe impedire la coltivazione dei pioppi nelle golene, penalizzando una filiera che oggi, paradossalmente, vede il nostro paese quale leader mondiale nel settore mobili. Eppure la possibilità di fare le cose per bene ci sarebbe, penso ad interventi di forestazione naturaliforme, a boschi
policiclici o a pioppicoltura sostenibile certificata “Pefc” “.

Positivo in questo senso l’impegno preso dall’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia Alessandro Beduschi, che sta sensibilizzando la giunta regionale sulla questione: “Lo ringraziamo – prosegue Cortesi – perché c’è bisogno che le istituzioni marcino compatte contro questo sciagurato progetto. Dal nostro punto di vista, la priorità nella gestione delle acque è certamente quella relativa all’uso agricolo e umano, e crediamo che quanto ad oggi ipotizzato non vada certamente incontro a queste esigenze”.

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