Riparte la battaglia per il nord, Fava : “Manca un sindacato del territorio, dobbiamo recuperare il popolo del non voto”

BIASSONO (BRIANZA) –  Vedere le immagini dei circa duecentocinquanta militanti leghisti che oggi si sono ritrovati in un ristorante di Biassono in Brianza è stato come fare un tuffo indietro nel tempo, alla metà degli anni ’90 quando il “Parlamento del Nord” si insediò a Villa Riva Berni di Bagnolo San Vito. In tanti avevano il fazzoletto verde al collo, altri la maglietta o la felpa con il sole delle Alpi, c’erano le bandiere bianche con la croce rossa e al centro l’effige di Alberto di Giussano, e c’era chi orgoglioso mostrava la vecchia tessera del partito commissariato. Cosa ci faceva tutta questa gente a Biassono, luogo simbolo della vecchia Lega Nord dove il partito a inizio anni 2000 arrivò al 62%? Erano li per un’assemblea, l’autoconvocazione del Nord voluta dal mantovano Gianni Fava, ex assessore regionale ed ex deputato del Carroccio, insieme all’altro ex deputato leghista Gianluca Pini.

FAVA: “OGGI MANCA UN SINDACATO DEL NORD” 

Lo slogan dell’assemblea “Per il Nord! Riparte la battaglia” parla già da solo.
Il messaggio di Fava è chiaro: “Oggi manca un sindacato del territorio, quel sindacato del Nord che per tanti anni è stato il punto di riferimento per una gran parte dell’elettorato e che da troppo tempo non esiste più. Ho già accettato l’idea di traghettare questo gruppo da qui alla formazione di qualcosa di diverso”.
Farete un partito dunque? gli chiediamo più tardi al telefono. “Be intanto vediamo cosa accadrà venerdì prossimo. Se verra permesso alla Lega Nord da tempo commissariata di fare il congresso io mi presenterò. Ma parliamo di Lega Nord – ci tiene a ribadire Fava – perchè la Lega Salvini Premier non ci interessa, non vogliamo averci niente a che fare. Se non consentiranno il congresso allora si, daremo vita a un nuovo partito”.

“RECUPERARE I MILIONI DI ELETTORI CHE NON SONO ANDATI A VOTARE” 

Detta così sembrerebbe dunque di capire che il partito del Nord tornerà a esserci e anche presto, con Fava “traghettatore” anche se oggi gli applausi al suo discorso e i plausi nei commenti successivi sembravano far capire che chi era a Biassono vuole Fava come leader del futuro partito. Quello al quale secondo Fava tornerebbero i milioni di voti degli elettori del nord che non sono andati a votare. “Non è vero che quei voti sono andati alla Meloni, sono di gente che o non ha votato proprio o c’è andata per annullare la scheda. Noi ci rivolgiamo infatti al popolo del non voto” prosegue Fava. E lui, che si è sempre sentito equidistante tanto dal centro destra che dal centro sinistra ribadisce che questa dovrà essere una caratteristica della nuova formazione. “Non bisogna avere preclusioni nè verso la destra nè verso la sinistra tenendo però ben presente che nè l’una e nè l’altra hanno dato le risposte che noi vogliamo”.

TANTE DELEGAZIONI DA TUTTA ITALIA, UNA QUARANTINA I MANTOVANI

All’assemblea di Biassono sono arrivati un po’ da tutta Italia, tante piccole delegazioni, molti movimenti autonomisti, alcuni che un tempo facevamo riferimento alla Lega Nord e poi sono usciti, altri che con il Carroccio non hanno mai avuto legami ufficiali. C’era anche una nutrita delegazione mantovana, una quarantina di persone tra cui il sindaco di Commessaggio Alessandro Sarasini, che è stato tra i primi ad intervenire, ma anche consiglieri comunali e parecchie persone ovviamente vicine a Fava.

ELEZIONI REGIONALI IN LOMBARDIA” PROBABILE L’APPOGGIO A UNA CIVICA”

Il fatto che l’autoconvocazione sia avvenuta proprio in un paese della Brianza, nel cuore della Lombardia, non è però casuale. Tra pochi mesi ci sono le elezioni regionali. Vi presenterete come partito? “Non so se ci sarà il tempo materiale per fare questo, più probabile che appoggeremo qualche lista civica che porta avanti le nostre idee”.
Pensa a una sua candidatura? “Assolutamente no, non solo per le regionali ma anche per altre elezioni” dichiara l’ex assessore regionale.
L’autonomia? “Si ma anche molto altro, si dovrà tornare alle origini, con un movimento lontano dalle tematiche etiche. Dobbiamo anche capire che la politica in questi decenni è cambiata molto e dovremo quindi essere al passo con i tempi. Partiamo da quello che ci unisce, non importa se sulle ceneri della vecchia Lega o con qualcosa di completamente nuovo, l’importante è che sia un qualcosa che riporti i cittadini a votare, a sentirsi tutelati da chi veramente li rappresenta”.

BONI: “DOBBIAMO ESSERE PIU’ PROGRESSISTI, ANDARE OLTRE IL RITORNO DEI PARTITI CONFESSIONALI”

A Biassono c’era anche l’ex presidente della Provincia di Mantova Davide Boni che riguardo la Lega di Salvini dichiara: “È un partito nazionalista, centralista, legato alle logiche di centrodestra. Noi eravamo abituati a Miglio, al federalismo, alla secessione. Dobbiamo tornare a fare il sindacato del Nord”. Boni rimarca il fatto che oggi serva anche essere progressisti e lui, che negli anni alla presidenza di Palazzo di Bagno aveva nel suo ufficio la locandina di “Braveheart”, spiega questo concetto così: “I clan scozzesi si menavano tra di loro, certo, ma poi quando arrivavano gli inglesi, menavano gli inglesi. Vuol dire che si deve partire con una base comune e uguale per tutti. Salvini è un’altra cosa, noi siamo un qualcosa di diverso rispetto alle sue scelte. Dobbiamo essere più progressisti, andare oltre il ritorno dei partiti confessionali”.

E ALL’OPERAZIONE “COMITATO NORD” NON CI CREDE NESSUNO 

E l’operazione “Comitato Nord”, la corrente autonomista interna alla Lega di Salvini attribuita a Bossi? A Biassono nessuno ci crede e viene subito silurata come una manovra di autoconservazione. “Bossi – dicono – non potrà più riprendersi la Lega”.