Sanità, botta e risposta sui tagli tra Pd e Forza Italia al dibattito in Valletta

MANTOVA – Le problematiche della sanità pubblica e la lunghezza delle liste d’attesa, che spesso costringono i pazienti a ricorrere alle prestazioni a pagamento: questi e molti altri i temi del dibattito odierno “Pagare per vivere – dov’è finita la sanità pubblica?”, un evento particolarmente partecipato, tenutosi al centro sociale di Valletta Valsecchi, in via Ariosto a Mantova.

A confrontarsi relatori di assoluto prestigio, che hanno espresso il loro punto di vista sulla situazione, e sulle possibili soluzioni per superare le criticità: il deputato Pd Antonella Forattini, il consigliere regionale Pd Marco Carra, l’assessore al Welfare del Comune di Mantova Andrea Caprini, il consigliere comunale Pierluigi Baschieri e Roberto Pedrazzoli, direttore sanitario Fondazione Ospedale Gonzaga. A moderare l’incontro il consigliere comunale di ManTua-Psi Enrico Grazioli.

“Stiamo conducendo una battaglia per incrementare i fondi nazionali per la sanità – dice il consigliere regionale del Partito Democatico Marco Carra -, e invece l’attuale trend ci dice che invece di arrivare all’ideale, ovvero il 7,4% del PIL, scenderemo nel 2025 al 6,4%. Così non va bene: la prossima settimana presenteremo una mozione in Consiglio Regionale per chiedere alla Giunta di farsi carico di questa richiesta. Inoltre stiamo spingendo molto affinché si attui finalmente la cosiddetta “Agenda Unica”, uno strumento efficace per ridurre le liste di attesa, unendo le disponibilità di pubblico e privato. Anche qui dobbiamo registrare le difficoltà della Regione, con l’assessore Bertolaso che ha detto che non sarà possibile prima del 2026. Questo accade perché l’attuale maggioranza non ha la forza di imporsi sul privato, nemmeno quello accreditato”.

“C’è preoccupazione per una legge finanziaria, da parte dell’attuale Governo nazionale di centrodestra sul taglio in manovra, relativamente alla spesa sanitaria – ribadisce il deputato dem Antonella Forattini -. Le risorse destinate alla sanità diminuiranno in rapporto al Pil dal 7% al 6.4% nel volgere di due anni. Non sono queste le mosse che ci sarebbero da fare, in quanto per rilanciare il settore occorrerebbero maggiori investimenti. Nella manovra, inoltre manca il tema delle assunzioni, perdurando il tetto di spesa sul personale, e questo è un limite importante, costringendo le strutture a recuperare personale nelle cooperative. Inoltre, vengono destinati 600 milioni alle strutture private per abbattere le liste d’attesa, penalizzando il pubblico. Ci sono stati anche tagli alla medicina territoriale: le case di comunità previste passeranno da 1.350 a 936 e gli ospedali di comunità da 400 a 304. Fortunatamente la nostra provincia non verrà toccata da queste ultime decisioni, ma il segnale, in senso generale, è poco incoraggiante. In queste condizioni, pensare ad azioni in grado di accorciare le liste d’attesa, è davvero difficile. Pericolosa anche la questione di quota 103, ovvero si rischia un esodo di medici, incentivati alla pensione. Sempre rispetto a questo tema il governo ha ipotizzato un maxiemendamento, una cosa mai accaduta prima che penalizza il dibattito parlamentare”.

“Non è vero che ci sono tagli alla sanità: la manovra prevede 5 miliardi in più, nonostante si tratti di una finanziaria lacrime e sangue – afferma il forzista Pierluigi Baschieri -. Per quanto riguarda quota 103, che permetterebbe di andare in pensione prima del previsto ai medici, ci sarà un maxiemendamento per recuperare questo errore di politica previdenziale. Il vero problema è dovuto alla carenza di organico, in particolare medici e infermieri: nei prossimi anni sarà necessario reperire 35mila dirigenti medici e 70mila infermieri. E’ chiaro che non è un problema solo mantovano, ma nazionale, dovuto ad errori legati al blocco del turnover del personale, che vengono da lontano, precisamente dalle leggi sulla spending review varate nel 2012 con il governo Monti. Da qui nascono i tempi di attesa lunghi e il ricorso dei cittadini alla spesa privata per affrontare le cure. E’ sbagliato criticare la sanità privata accreditata, in quanto in Lombardia ci sono delle vere eccellenze: i numeri ci dicono che la Lombardia è ad oggi la regione che attrae più utenti dalle altre. Serve la collaborazione tra pubblico e privato per garantire il miglior servizio alla cittadinanza. Nel mantovano inoltre assistiamo ad un rilancio della medicina territoriale, con le nove case di comunità: in parte sono già state realizzate e in parte verranno completate, cosi come i quattro ospedali di comunità”.