GOVERNOLO (RONCOFERRARO) “Il bilancio della Regione Lombardia è di 32 miliardi: circa 24 miliardi sono destinati alla sanità e il 90% di questa cifra è equamente redistribuita sulla sanità pubblica e quella privata. Solo il 10% di questi 24 miliardi è destinato alla prevenzione, troppo poco. I fondi per la prevenzione vanno incrementati sia sul piano economico che sul piano delle risorse umane, del personale sanitario. I lombardi spendono 11 miliardi di euro per curarsi: fino a cinque anni fa le persone che non si curavano erano una su venti, oggi sono una su nove, questo significa che il 10% delle popolazione lombarda ha deciso di non curarsi. Fino a circa otto anni fa la Lombardia era al primo posto per quanto riguarda i livelli essenziali di assistenza, oggi è al quarto posto dietro l’Emilia, la Toscana e Veneto”.
La fotografia dello stato attuale della sanità lombarda è stata illustrata nei giorni scorsi dal consigliere regionale Marco Carra, Pd, e componente la Commissione Sanità, in un incontro pubblico a Governolo, organizzato dal circolo Arci Galliano e Spi Cgil Lega del Riso, per rilanciare la petizione “Lombardia SiCura”, una raccolta firme per chiedere cambiamenti profondi al sistema sanitario lombardo, tra cui l’abbattimento delle liste di attesa, la questione dei medici di medicina generale.
“In Lombardia le politiche sanitarie regionali sono profondamente sbagliate e vanno cambiate radicalmente – ha detto Carra – la battaglia di Lombardia SiCura va portata avanti con forza e raggiungere l’obiettivo dell’abbattimento delle liste attesa con l’attivazione da parete della regione del Cup unico e quindi l’agenda delle prenotazioni che interseca il pubblico con il privato convenzionato, dopo le tante promesse che la destra ha fatto in questi ultimi due anni”.
Il consigliere dem ha ricordato anche lo strumento a disposizione del cittadino che può rivolgersi al RUA (Responsabile Unico Aziendale): “Nel momento in cui viene fissata una visita o un esame – ha spiegato – il cittadino può rivolgersi a questa figura prevista all’interno dell’Asst e disposta con una delibera regionale del 2019, per ottenere la prestazione nei tempi previsti e indicati dal codice di priorità. Uno strumento a cui la Regione non dà evidenza e di cui non informa i cittadini”.
Massimo Arvati, ha sottolineato il fatto che da vent’anni si conosceva la situazione dei medici di medicina generale e quindi a suo avviso “è mancata la programmazione. Adesso – ha detto – bisogna incentivare l’incremento dei medici. E’ stata una strategia precisa della destra quella di abbandonare la medicina territoriale prima del Covid, e tutti abbiamo visto quanto invece fosse importante. Quello che occorre ora è di avere Case e Ospedali della Comunità che non siano scatole vuote ma dotate dei servizi previsti e del personale necessario, come strumento che alleggerisca il carico sugli ospedali. Anche i sindaci – ha concluso – dovrebbero poter svolgere una funzione importante all’interno della programmazione di questi indirizzi delle politiche sanitarie”.
Hanno introdotto l’incontro Veronica Giatti e Carlo Filippi: “Gli organismi di Spi Cgil e Arci sono impegnati a Governolo e nel territorio a sviluppare tutta una serie di iniziative sociali e culturali per stimolare il dibattito e la mobilitazione dei cittadini intorno ai grandi temi, tra cui la sanità pubblica”.