Scintille Solnit-Terragni e salta il dibattito. “Non parlo con una transfobica”

MANTOVA – Era in programma oggi un dibattito tra la scrittrice americana Rebecca Solnit e la giornalista Marina Terragni ma poco prima dell’incontro è saltato tutto. Tra le due sono volate scintille e a raccontare l’accaduto è stata la stessa giornalista tramite twitter: “Dovevo intervistare Solnit al Festivaletteratura ma 24 ore prima lei ha disdetto, farà uno speech senza contraddittorio. Perché io sono “transfobica” “. La giornalista rivela anche che la Solnit aveva chiesto in anticipo le domande, riportate sul sito feministpost.it.

In serata è arrivato anche il comunicato del Festival: “Come da sempre nella sua storia, il Festivaletteratura mette a confronto voci e posizioni differenti per aprireil dibattito e trovare nuove vie di dialogo su temi che profondamente influenzano l’evoluzione della società in cui viviamo. Con questo spirito è stata invitata la scrittrice e attivista statunitense Rebecca Solnit, che doveva collegarsi da remoto per un dialogo con la giornalista e scrittrice Marina Terragni. Trattandosi di un incontro a distanza e con l’intermediazione della traduzione, nelle ultime ore Solnit ci ha comunicato di preferire la formula della lectio magistralis a quella del dibattito, data la complessità dei temi e la distanza delle posizioni degli interlocutori. Festivaletteratura ha quindi ritenuto di accogliere le istanze dell’ospite per garantire le condizioni ideali per il suo intervento”.

Durante l’evento nessun cenno a quanto accaduto. Un monologo della scrittrice sulla realtà americana: “In America non c’è più Trumo, ma il trumpismo è rimasto. Trumo non sarebbe mai esistito senza quella massa di americani che non credevano in una democrazia delle voci. Sono quelle persone in grado di credere a qualsiasi cosa gli convenisse e puntellare la loro supremazia bianca, la loro omofobia, misoginia, antisemitismo e transfobia. Questi problemi – spiega – dovuti agli autoritari che cercano di sconfiggere la verità, costituiscono una vera e propria minaccia in ogni angolo di questo Paese. La loro ascesa al potere è possibile perché parlano a persone che preferiscono essere dominate con la violenza, piuttosto che vivere in democrazia e a tutti coloro che hanno perso la capacità di vagliare i fatti oppure a persone che hanno paura di opporre resistenza. Così finisce la democrazia delle voci”.